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L’attore calabrese Antonio Tallura, dal palco della Villa Comunale di Siderno, domenica 9 agosto, ha intrattenuto la platea con il suo avvincente monologo.
“La disastrosa entrata in scena – afferma Daniela Ferraro – tra un rovinio di pacchi e valigie che si riversano al suolo trascinando seco il viaggiatore mancato, lo smacco di un treno scappato sotto il naso… e il mondo sembra fermarsi là, sul marciapiede di una stazione non ben determinata così come la volontà di partire verso una destinazione “dovuta” quanto non voluta.
E la storia si dipana attraverso l’ora accorato, ora sarcastico ora irabondo monologo del protagonista che, dall’uso del vernacolo locale, subito si identifica come calabrese, un uomo qualunque che, in un giorno qualunque, quasi novello personaggio pirandelliano, si ritrova a ripercorrere brevemente la propria vita fino alla “catastrofe” finale, maturandone una più compiuta quanto ironica coscienza.
È il microcosmo culturale di “Cicia” (solo di “Cicia”?) in cui l’affetto di familiari e parenti può diventare oppressivo e soffocante, quello degli amici avido di richieste e favori “dovuti”, l’Amore estremamente frettoloso quanto esigente all’interno di falsi pudori e ipocrite maniere. Ma, a volte, perdere un treno può, inaspettatamente, condurti a ritrovare te stesso…”
“Un nuovo suo omaggio –continua Ferraro– alla nostra terra in cui (come dice il protagonista) “ ogni sogno si può realizzare” ma a patto che prima si riesca bonariamente ad accettare il più vicino, piccolo mondo che ci circonda anche all’interno dei suoi ben discutibili limiti e difetti. Ma come non perdonare e amare per questo, forse ancora di più, la nostra Calabria?”
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