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Portare musica e gioia al popolo dei braccianti migranti. Questo l’obiettivo del viaggio nelle campagne italiane di Sandro Joyeux, musicista di origine francesi a Roma dal 2010. Un tour alla scoperta di volti, di sorrisi, ritmi e tradizioni. Si chiama AntischiaviTour e la chitarra è il mezzo con cui prova a conquistare la fiducia di centinaia di stranieri.
L’iniziativa, nata per caso dalla collaborazione con le associazioni promotrici per sensibilizzare al tema della migrazione, ha già fatto tappa in in Puglia, Basilicata e Piemonte. Il 1 novembre, per la prima volta, arriva anche in Calabria passando dalle campagne di Rosarno e Cinquefrondi, fino a piazza Camagna, nel centro di Reggio Calabria.
Sandro suona per queste genti, canta nella loro lingua concludendo ogni concerto con bravi improvvisati intonati dal pubblico straniero. Così le performance diventano una festa condivisa. Dalle periferie del nord a quelle del sud dell’Italia, si diffondono le immagini di questi spettacoli che gli stessi migranti riprendono. Sono concerti di fortuna dove ad illuminare sono le luci di un’automobile o a fare la asta per il microfono è la mazza di una scopa.
”Mi piace sentirmi un giullare, una sorta di saltimbanco dei migranti – spiega Sandro – conoscendo il loro dialetto, mi sento di dover portare la mia musica in queste campagne e farla diventare nostra. Un gesto dedicato prima di tutto alla loro tradizione, poi, un piccolo modo per contribuire a quel processo di integrazione di cui tanto si è parlato, ma che resta immersa nella disperazione e nel disagio, ferma ai fatti di Rosarno. Per questo la tappa nella città calabrese: per far capire che quella rivolta è nella memoria e che vogliamo superarla in parte con questa convivenza, fatta di musica e allegria”.
Obiettivo del tour, oltre all’elemento del recupero delle tradizioni e della felicità, è denunciare le condizioni di sfruttamento del lavoro e il disagio dei braccianti agricoli, quindi sensibilizzare le istituzioni, i media e i singoli cittadini all’attuazione di politiche sociali che permettano il riconoscimento dei diritti dei migranti al fine di migliorare le loro condizioni di vita e di lavoro in zone lontane dal comfort delle città.
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