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Ricordare Giovanni Falcone oggi significa operare concretamente per offrire ai giovani un futuro migliore. È l’appello che proviene dal Coordinamento UGL Giovani Calabria, nel giorno in cui l’Italia ricorda la strage di Capaci, dove persero la vita il magistrato Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e i tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro. L’insegnamento di Falcone oggi più che mai diventa un monito sempre più forte a non sottrarci dalle nostre responsabilità.
Non bastano cerimonie di commemorazione o belle parole, è tempo di dare risposte concrete a chi vive situazioni di disagio economico e sociale. Come diceva Giovanni Falcone: “La mafia non è affatto invincibile; è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine. Piuttosto, bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave; e che si può vincere non pretendendo l’eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni”.
Non si può pretendere di sconfiggere la mafia lasciando il Paese in queste condizioni. Laddove la gente si sente abbandonata, senza lavoro, mal pagata ecco dove attecchisce il cancro mafioso,dove si trova la c.d. manovalanza. Alcuni tentativi legislativi sono stati ottimi ma l’applicazione della legge è quasi sempre stata parziale, mettendo a serio rischio lavoro e vita di chi, ancora oggi, lavora per il ripristino della legalità o di chi ha denunciato soprusi mafiosi. Non ci stancheremo mai di appellarci alle Istituzioni chiedendo di affrontare seriamente il problema, ascoltando quei Magistrati antimafia che chiedono interventi legislativi a supporto delle loro azioni; chiediamo, inoltre, certezza della pena e seri interventi in quelle zone ad alta densità mafiosa dove lo Stato si deve sentire, vedere e toccare.
Forse, in alcuni casi, basterebbe applicare seri e rigidi criteri di selezione di selezione, senza affidarle al politico di turno che, pressato o “obbligato” cercherà di agevolare Tizio o Caio. Dare lavoro non significa finanziare “a pioggia” ma sfruttare le risorse territoriali e “darlo” per capacità e merito e non per mere forme clientelari.”Ricordare Falcone non a parole significa anche scegliere da che parte stare, impedire l’approvazione di leggi che possano agevolare il mafioso e il corrotto di turno;contribuire con programmi concreti per il benessere della collettività”.
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