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Era nientemeno il 13 settembre del 2004 quando presentavo l’atto ispettivo n. 4-05988 con cui denunziavo la vicenda di un agricoltore del Mugello, Pietro Tagliaferri, il quale era stato costretto a vedere la propria azienda agricola acquistata ad un’ asta giudiziaria da una presunta società, costituita da due agricoltori di Lamezia Terme.
Nella mia interrogazione parlamentare evidenziavo l’anomalia della presunta società acquirente, il cui capitale sociale era di appena 13 mila lire.
I due agricoltori, De Sensi, padre e figlio, di Lamezia Terme, nonostante la modestia della società in questione, erano riusciti a versare l’intero prezzo di acquisto dell’azienda agricola del Mugello, un miliardo e novanta milioni di lire in soli 60 giorni.
E’ di oggi la notizia che il GIP di Firenze ha rinviato a giudizio per riciclaggio l’imprenditore Domenico De Sensi di Lamezia Terme che il 24 novembre 2001 si è aggiudicato all’asta, per la somma di un miliardo e 252 milioni di lire, l’azienda agricola di Moriano, nel Comune di Vicchio, il cui proprietario era l’imprenditore mugellano Pietro Tagliaferri. Secondo l’accusa dietro l’investimento, tanto per cambiare e fin da allora, c’ era la ‘ndrangheta.
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