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L’operazione “Circolo Formato” che nella giornata di ieri ha inferto un duro colpo alla cosca Mazzaferro di Gioiosa Ionica, ha visto, tra le persone colpite dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere, anche uomini politici che sono stati chiamati ad amministrare la cosa pubblica.
Dall’inchiesta che ha portato alla citata operazione giudiziaria emerge ancora una volta come la ‘ndrangheta non solo vota e fa votare, ma riesce persino ad indirizzare le proprie scelte .
D’altra parte precedenti inchieste hanno evidenziato come i boss delle cosche della ‘ndrangheta vengano riveriti e personalmente contattati dai candidati per ottenere i consensi elettorali.
Nel dare atto alla Dda di Reggio Calabria dell’importante attività di contrasto al crimine organizzato che, ad oggi, ha colpito politici delle zone ioniche e tirreniche reggine, mi auguro che tale attività possa incentrarsi anche sull’area della città di Reggio Calabria, sicuramente non immune, così come evidenziato dalle inchieste “Meta” e “Crimine”.
I periodi di campagne elettorali hanno da sempre favorito la nascita delle collusioni tra politica e ‘ndrangheta e per tale motivo occorrerebbe la responsabilità dei Partiti politici nelle scelte dei candidati, che oltrepassi i vari codici etici o di autoregolamentazione.
E’ troppo comodo dichiarare il rifiuto dei voti mafiosi o prendere le distanze da persone inquinate, dopo la formazione delle liste o ad elezioni avvenute.
Così come è inaccettabile vedere, anche in questa competizione elettorale, candidati, supportati dai relativi Partiti di appartenenza, già amministratori di Comuni i cui Consigli sono stati sciolti per infiltrazioni mafiose.
Legalità e antimafia le si praticano innanzitutto a livello di prevenzione!
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