Alvaro e Inferrera sul Ponte: “La poca informazione ha creato i nemici del Ponte”

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ponte stretto

Alcuni anni fa Berlusconi, credendo di fare la solita battuta spiritosa, disse che con il Ponte di Messina si sarebbe risolto il problema degli innamorati che abitavano tra le due sponde e che trovavano difficoltà a potersi incontrare continuamente. “Quanto sarà bello, a due innamorati, poter usare il ponte per incontrarsi senza perdere eccessivo tempo nella loro storia d’amore”. Questa, su per giù, la frase che voleva essere spiritosa ma che divenne, in poco tempo, un vero e proprio macigno che contribuì, e non poco, a disorientare la gente.

E non tanto la gente che vivendo, a Reggio e a Messina, era sottoposta senza soluzione di continuità, alle altre incredibili amenità che il mondo dei cosiddetti ambientalisti, in servizio permanente effettivo contro il Ponte, hanno sciorinato nel corso degli anni contro il Ponte. Ma soprattutto la gente del resto del Paese che, con quella frase abilmente strumentalizzata, veniva spinta in un vicolo cieco, con l’impossibilità di capire i reali obiettivi che stanno dietro l’attraversamento stabile dei 3 km. di mare tra la penisola e la Sicilia.

Una disinformazione, quindi, che ha provocato un lento ma progressivo rifiuto del Ponte perché era difficile accettare che venissero impiegate risorse ingenti solo per soddisfare la richiesta di collegamento tra le due regioni dello stretto. Figurarsi poi, in tempo di crisi, se questo obiettivo poteva essere digeribile da parte di un Paese stremato dalla recessione e messo ko dalla politica fiscale che sta lasciando in brache di tela un intero popolo. Se poi si pensa anche ai problemi della difesa del suolo ed alla necessità di una larga diffusione di infrastrutture primarie, il quadro è totalmente definito e si giustificano le prese di distanza dalla grande opera.

Ma le cose non stanno così. In primis perché il grosso dell’investimento è da reperire nel mercato internazionale dei capitali e non è ‘spostabile’ da una finalità ad un’altra anche perché con la gestione del ponte i finanziatori potranno riavere i propri capitali. Ma il motivo maggiore sta negli obiettivi che ci si pone essendo il ponte parte integrante del corridoio 1 Berlino-Palermo che, come gli altri corridoi, serve ad ridurre i tempi del trasporto delle merci con il taglio dei costi del noleggio delle navi.

Per rendere chiaro il concetto va subito posta l’attenzione al traffico merci con i container che, trasportati dalle navi, attraversano il Canale di Suez e raggiungono il Nord Europa dopo aver superato lo Stretto di Gibilterra per approdare nel porto di Rotterdam. Stesso discorso per le merci in uscita che fanno il percorso inverso. Senza corridoi ferroviari di alta velocità è un tragitto obbligato. Se poi si pone attenzione alla quantità di container che transitano nel Mediterraneo si capisce perfettamente che se l’Italia non realizza i suoi ‘corridoi’ il mercato imporrà lo spostamento su altre dorsali come, ad esempio, l’ex Jugoslavia.

Nel Mediterraneo transita il 30% del traffico mercantile, via mare, dell’intero pianeta. Da Suez passano giornalmente milioni di container e nell’anno superano abbondantemente 3,5 miliardi. Se poi si pensa che l’Egitto sta raddoppiando la larghezza del Canale si capisce che una indecisione italiana apre le porte ad altre soluzioni. Ne si può pensare che basterà la Genova-Rotterdam, già in costruzione, né l’ipotizzata Taranto-Napoli-Berlino a smaltire l’enorme traffico. La quantità di merci che potranno inondare il nostro Paese è tale che ci sarà lavoro per tutti i porti italiani.

Ecco dove sta l’interesse dell’Italia che solo i ciechi non riescono a vedere. Riduzione del traffico gommato a favore del ferroviario con conseguente riduzione dei tir che scorazzano lungo la penisola, predisposizione di piattaforme logistiche nel Mezzogiorno, avvio e fuoruscita dalla recessione e dalla disoccupazione, fine dell’isolamento che patiscono alcune regioni del profondo Sud,  e anche, perché no?, sfruttamento turistico di un’opera di alta ingegneria che viene già oggi invidiata da tutti.

Per chiudere. Non vi è alcun dubbio che in questi anni vi è stato un deficit di informazione sulla vicenda Ponte al quale si sta, in questi mesi, sopperendo con svariate iniziative sia in Calabria che in Sicilia. Dopo il Convegno del 19 ottobre a Reggio, e le iniziative nelle scuole reggine, quelle realizzate dalla Provincia, e quelle in cantiere da parte dei Sindaci; si è aperto, massivamente, il fronte siciliano che già aveva realizzato un Convegno il 14 settembre, e un dibattito al Kiwanis Peloro di Messina.

Il 3 dicembre giornata di forte impegno a favore del Ponte con un Convegno, la mattina, a Rometta Marea con i Sindaci, le Associazioni pro Ponte, e gli studenti. La sera a Catania, al Rotary Club, altro importante appuntamento, con relatori di riguardo come Zamberletti, Mòllica, Zucchetti, Siviero, Attaguile, Fiammenghi e Tony Zermo,  per la definizione delle ulteriori iniziative e la messa a punto della strategia politico-organizzativa guardando anche all’iniziativa del 15 gennaio a Roma sempre pro Ponte.

                                                                                  Giovanni ALVARO e Cosimo INFERRERA

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Author: Cristina

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