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«Il dramma della siccità che sta colpendo l’intera regione ha gravi ripercussioni sui bisogni primari degli agricoltori e sull’economia, in particolare, dei comuni di Sant’Ilario dello Ionio e Ardore. Le conseguenze sono pesanti per le produzioni agricole e per gli allevamenti. Come era facile prevedere siamo tornati al punto di partenza: ai campi che continuano ad avere bisogno d’acqua, mentre qualcuno pensa di offrire un cocktail fatto per un terzo di burocrazia, per un altro terzo di parole inutili e per l’ultima parte di astiose ripicche.
La situazione nella zona della fiumara Condojanni è gravissima». Così Pasquale Brizzi, nella qualità di componente designato dai sindaci nel consiglio dei delegati del Consorzio di Bonifica dell’Alto Ionio reggino, denuncia la difficilissima situazione in cui versano gli agricoltori del comprensorio, impossibilitati a proseguire le colture sui territori interessati da una gravissima carenza idrica.
«Gli imprenditori agricoli e tutti gli operatori del settore stanno giustamente protestando, minacciando di adire le vie legali contro il Consorzio di Bonifica, noi denunciamo perciò con forza una situazione insostenibile che rischia di portare al collasso l’intero sistema agricolo della nostra zona – aggiunge Brizzi -. È indispensabile e non più rinviabile un tempestivo e fattivo intervento del Consorzio Alto Ionio reggino affinché venga assicurato l’approvvigionamento d’acqua per portare a completamento le colture già in essere sul nostro territorio ed evitare di arrecare ulteriori danni all’Ente oltre che agli agricoltori».
«La situazione si ripete ormai, puntualmente, ogni anno, con l’arrivo dell’estate, a causa di una grave carenza di organizzazione del personale all’interno del Consorzio. La mancanza di volontà politica, unitamente alle difficoltà operative e strutturali, nonostante gli sforzi profusi e il costante impegno di pochi, ha ormai assunto i caratteri di una deriva incontrollabile – conclude Pasquale Brizzi -. La gestione delle procedure amministrative, in un’ottica quotidiana, non è più garantita, nonostante gli innegabili sforzi di funzionari e impiegati.
Questa situazione di crisi riguardo all’organizzazione del personale è sintomatica di un immobilismo che, da oltre un anno, blocca l’attività Consorzio e di una scarsa volontà a livello dirigenziale di risolvere il problema che, come vediamo, si manifesta puntuale con danni ingenti per l’economia del territorio».
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