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Nicola Gratteri e Antonio Nicaso tornano nell’Aula magna “Antonio Quistelli” dell’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria per la presentazione di “Padrini e Padroni”, undicesimo capitolo delle ricerche congiunte sulla criminalità. L’appuntamento è per il prossimo 3 Novembre alle 17.30, coordinerà i lavori il giornalista Ansa, Filippo Diano.
La nuova vicenda narrata parte dalla ricostruzione post terremoto del 1908. Gli appetiti delle giovani ‘ndrine sono attirati dai quasi 190 milioni di lire che serviranno per la ricostruzione. Molti di questi soldi saranno stornati nelle tasche di capi mafia e politici, contribuendo a prolungare i tempi a la qualità della ricostruzione. Reggio è così epicentro sia del sisma che della nascita di un malcostume i cui segni si colgono nella precoce predisposizione alle infiltrazioni mafiose: “Già nel 1869, – spiega Gratteri – le elezioni amministrative di Reggio Calabria erano state annullate per le evidentissime collusioni ‘ndranghetiste. Il primo caso di una serie di episodi che nei decenni hanno segnato l’intera penisola″.
“Lo stesso scenario – si legge nel libro – che si ripeterà, atrocemente, cent’anni dopo, nel 2009, con il terremoto dell’Aquila. Mentre la gente moriva, in Abruzzo c’era chi già pensava ai guadagni. E ancora, nel 2012, nell’Emilia che crolla la mafia arriva prima dei soccorsi. In Piemonte, la ‘ndrangheta era riuscita a infiltrarsi nei lavori per la realizzazione del villaggio olimpico del 2006″.
La politica, che ha creduto di utilizzare la mafia già contro i massoni ed i borbonici, è stata aggredita e sostituita come classe dirigente dagli eredi di quei picciotti che hanno sfruttato ogni piega del sistema. Il procuratore e lo storico hanno le idee chiare sulla non-convivenza con il potere mafioso: tracciare tra società e criminali una linea retta. Solo allora i mafiosi resteranno fuori.
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