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ApindustriaCalabria, associazione delle Piccole e Medie Imprese di Reggio Calabria, intende rappresentare il punto di vista degli imprenditori, unendosi al coro di proteste che hanno avuto l’avvio ad iniziativa dell’On.le Nino Foti in merito alla riduzione e ai costi dei voli Alitalia nell’Aeroporto dello Stretto.
Per quanto è dato sapere, sia da quanto si legge, sia, soprattutto, per esperienze dirette, tutti i voli scalano il nostro aeroporto, mediamente, almeno con la copertura del 70/75 % dei posti disponibili, cioè quasi interamente pieni. Mediamente : ergo, nei periodi di picco, come quello attuale, incrementato dai ritorni dei residenti fuori, viaggiano viceversa anche con il 100% .
A tanto c’è da aggiungere che, per quanto riportato sulla stampa e sui siti ufficiali, Reggio, in controtendenza con la maggior parte degli scali nazionali, registra un incremento dei passeggeri di oltre il 20%. Cioè, il territorio reggino, e, parzialmente quello messinese, si sposta sempre più in aereo.
Ora, Reggio non è una vera città turistica, per cui il traffico del suo aeroporto è di tutt’altra natura, originato, cioè, da motivi di studio, politica, salute, e, soprattutto, business, professionale e imprenditoriale. L’aeroporto di Reggio, dunque, è un aeroporto di vero servizio e supporto soprattutto alle attività economiche del territorio.
Oggi, lo scalo reggino è, sostanzialmente, monopolio dell’Alitalia, che, ovviamente, non gradisce concorrenza, ad evitare di abbassare i prezzi dei biglietti, e, oltretutto, lo presidia al fine di privilegiare i due grandi vicini hub di Lamezia e Catania. In quest’ottica, nel tempo, suppone Apindustriacalabria, sono state formalizzate le limitazioni tecniche allo scalo, che continuano a non essere quantomeno ridotte, e sono state, se non osteggiate, non facilitate altre Compagnie aeree che vogliono avvicinarsi a Reggio. Infatti, nel corso di questi anni si è assistito alle toccate e fuga di tanti vettori, anche del calibro di Air Malta, costretta ad andar via, sebbene operasse in modo egregio. Di recente, altresì, Volotea, che tanto bene ha operato e opera a Reggio, è stata incentivata a volare anche su Lamezia e su Catania, limitando altri suoi interventi sul nostro scalo, e, sempre per quanto si legge, Blu Panorama, che sta rendendo anche essa un ottimo servizio al territorio, sta creando delle difficoltà alla società di gestione a causa di problemi finanziari. Da chiedersi, infine, perché solo nell’Aeroporto dello Stretto, unico caso in Italia, Alitalia svolge direttamente, con suo personale, l’assistenza e i servizi a terra ai suoi aeromobili, mentre in tutti gli altri lo affida alle società di gestione o ad altre società di handling. Forse per creare le condizioni che detti servizi costino in modo esoso alle altre Compagnie, o alla stessa società di gestione ??
Tutto questa situazione, chiede Apindustriacalabria, non dovrebbe essere attenzionata dall’Antitrust ??
In ogni caso, e aldilà di supposizioni varie, la realtà vera è che a Reggio ci sono pochi voli e a prezzi sicuramente più alti che in altri scali, se non addirittura inavvicinabili, sebbene il territorio ne abbia talmente tanta necessità che, comunque sia, affolla gli aerei. Tutto ciò, in ultima analisi, si è sempre tradotto e continua a tradursi in reali limitazioni all’utenza, e, per quanto sopra riportato, all’economia locale, assolutamente penalizzata e disincentivata a produrre.
Le nostre aziende, dice Apindustriacalabria, sono esauste : dalla crisi, dalla criminalità che devono subire e dalla criminalizzazione in cui vengono relegate tout court, dalla mancanza di credito e di liquidità, dall’imposizione fiscale, dai disservizi della pubblica amministrazione, dalla mancata realizzazione di infrastrutture, dallo sperpero di risorse pubbliche, dall’incentivazione, non più celata ormai, all’economia delle grandi imprese e a quella non appartenente al Meridione.
E’ ora di smetterla. L’Italia ha bisogno del Meridione. Il sistema Italia, di cui Alitalia fa parte a pieno titolo, non può continuare ad emarginare il nostro territorio e la sua economia, spingendo, così, i giovani ad andarsene per potere dare valore alla loro esistenza, ovvero a restare chinando la testa e cadendo nell’anonimato, se non nelle mani della criminalità.
Le istituzioni e gli imprenditori di Reggio, sostiene Apindustriacalabria, devono fare fronte comune e, cominciando proprio dai sorprusi di Alitalia, esprimere delle azioni di forte civile protesta, al fine di ridare dignità all’intero territorio.
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