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Da alcuni titoli di giornali si è provocatoriamente appreso che Alitalia sarebbe pronta a “volare via” da Reggio Calabria e Crotone. Mi permetto di aggiungere provocatoriamente poiché, almeno per quanto riguarda l’Aeroporto dello Stretto così non pare essere affatto.
Certamente la presenza di Alitalia per alcune tratte è incentivata dal fatto che la Regione le ha onerate e quindi impiega risorse a favore della loro esistenza. Lo fa a Reggio Calabria, ancora di più lo fa a Crotone e maggiormente a Lamezia Terme. Per cui nulla di strano.
Ciò nonostante, essendomi preoccupato di tali notizie, in qualità di Assessore Provinciale ai Trasporti ho inteso informarmi meglio ed ho capito che, almeno per quanto riguarda l’Aeroporto dello Stretto, l’ex compagnia di bandiera non ci pensa nemmeno lontanamente di abbandonare tale scalo e, anzi, intende riconfermare la pressoché totalità dei voli e dei collegamenti attualmente presenti.
Pare, infatti, che Alitalia abbia qualche dubbio se confermare o meno solamente il collegamento con Bologna da e verso l’Aeroporto dello Stretto.
In riferimento a tale tratta occorre sapere che Alitalia attualmente opera tramite aeromobili configurate a 138 posti. Orbene, secondo i dati del trimestre che va da Giugno ad Agosto, in parte disponibili sul sito di Assaeroporti, a fronte di 25 movimenti sono stati registrati 1836 arrivi e 1986 partenze. Rispetto al totale dei 6900 posti disponibili offerti quello che ne deriva è un coefficiente medio di riempimento delle aeromobili pari a 55,39%. Così stando le cose ed è giusto che il management di Alitalia magari ripensi questo volo per renderlo più produttivo e sostenibile.
Già, perché la via dell’annullamento della tratta non è l’unica ipotesi possibile. Secondo tecnici di provata esperienza, infatti, basterebbe semplicemente che Alitalia decidesse di utilizzare la configurazione a 100 posti (Embrair 190). In tal caso, se effettuiamo una simulazione riferita allo stesso periodo mantenendo invariati il numero di passeggeri, a fronte di un totale di 5000 posti offerti disponibili ci ritroveremmo con un tasso di riempimento medio delle aeromobili pari al 76,44%. Si tratterebbe di una ipotesi ben più confortante. Ovviamente già tale risultato potrebbe giustificare da sé la permanenza di tale tratta.
Se poi, addirittura, Alitalia decidesse di scendere da Bologna a Reggio Calabria e viceversa con aerei a configurazione a 88 posti (Embrair 175) avremmo, è vero, una ulteriore leggera riduzione di posti offerti disponibili (tot. 4400) ma si toccherebbe, secondo i dati disponibili, una quota di riempimento di tali aeromobili assolutamente conveniente e sostenibilissima pari all’86,6% di coefficiente di riempimento. Una percentuale comunque utile anche se volessimo opportunamente considerare il fatto ormai che andiamo incontro alla stagione c.d. winter (invernale).
Per questo tipo di analisi condotte, lo ripeto, da tecnici di settore, mi permetto sommessamente di suggerire la prossima volta che si parla di Aeroporto dello Stretto, magari, sarebbe meglio invitare agli incontri con Alitalia anche la Provincia o, ancora meglio, la stessa Sogas così da poter ragionare con l’ex compagnia di bandiera sui numeri effettivi per ogni singola tratta e sulle reali opportunità che oggi finalmente ci sono e che vanno in tal senso tesaurizzate. Questo senza voler sottrarre niente a nessuno.
Fin qui almeno per quel che concerne i rapporti tra Alitalia e Aeroporto dello Stretto. Non oso né mi sogno nemmeno lontanamente di entrare nel merito su quanto afferisce il Sant’Anna di Crotone. Infatti credo che, se da un lato è vero che il sistema aeroportuale calabrese va letto e ragionato in una ottica di più vasta scala ricercando sinergie che li rendano complementari tra di loro, in termini di destinazioni, compagnie e frequenze di voli, è altrettanto vero che ogni Aeroporto fa storia a sé e, in primo luogo con i suoi numeri attuali, deve essere capace di farcela da solo, senza necessariamente avere troppi “santi in paradiso”.
Il Tito Minniti sta dimostrando di farcela bene, grazie all’intuito del Presidente Raffa ed al buon lavoro svolto da nuovo management guidato dal dott. Carlo Alberto Porcino. Certamente gli enti locali del territorio debbono avere a cuore le sorti di questa infrastruttura, facendo quanto è necessario per incentivare il maggior numero di presenze turistiche d’estate e non solo, perseguendo appunto politiche che portino ad una vera destagionalizzazione dei flussi turistici. Sul fronte trasportistico occorre favorire il superamento delle criticità che rallentano rovinosamente i tempi di percorrenza per raggiungere l’aeroporto soprattutto dalle porzioni più periferiche del comprensorio provinciale e mi riferisco alla Piana di Rosarno ed all’Alto Ionio reggino.
Nel caso dell’Aeroporto dello Stretto, occorre che la Regione, come sta facendo, continui ad incalzare Anas per garantire il rispetto del termine dei lavori sull’A3 entro il 2013 come più volte dichiarato da Ciucci. Lo stesso dicasi per quanto riguarda i lavori di ammodernamento della ex Strada Statale Jonica 106, oggi E90, rispetto al cui regolare avanzamento anche come Assessorato Provinciale ai Trasporti ci impegniamo a monitorare e ad essere molto attenti che questi procedano celermente.
Una verità certamente innegabile consiste nel fatto che la Politica deve sempre e comunque mantenere alta la guardia e rimanere vigile e attenta soprattutto quando le cose vanno bene, come nel caso dell’Aeroporto dello Stretto. Infatti, quando si rompe col passato e con le vecchie abitudini che non avevano finora prodotto nulla di buono, di fronte a interessi economici enormi come nel caso di un Aeroporto, è naturale che ci sia sempre qualcuno che rimane scontento o che preferiva che le cose non migliorassero. Le insidie, i tranelli e le trappole sono sempre dietro l’angolo. Ma l’Aeroporto dello Stretto, si sa, è un bene prezioso per tutti, è un patrimonio per i cittadini di una intera area vasta e perché no, dell’intera Calabria. Come Amministrazione Raffa noi ci crediamo davvero e continueremo sempre a tutelare e valorizzare l’aeroporto dello Stretto.
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