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Sarà inaugurata domani giovedì 13 aprile alle ore 10:00 presso l’Urban Center comunale di via Tommaso Campanella 35 la mostra dal titolo “La morte del Minotauro: i paesaggi ritrovati”, il progetto sugli edifici confiscati alla criminalità organizzata realizzato a cura dei professori Ottavio Amaro e Marina Tornatora con gli studenti del corso di Progettazione della Facoltà di Architettura dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria in collaborazione con la Consigliera delegata ai Beni Comuni e Confiscati del Comune di Reggio Calabria Nancy Iachino.
Alla cerimonia di inaugurazione saranno presenti il Sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, il Prefetto Michele Di Bari, il Presidente del Tribunale sezione Misure di prevenzione di Reggio Calabria Ornella Pastore, la dirigente nazionale dell’ANBSC Matilde Pirrera, il Rettore della Mediterranea Pasquale Catanoso, il Direttore del d’ArTe Gianfranco Neri, la Consigliera delegata ai Beni Comuni e Confiscati del Comune di Reggio Calabria Nancy Iachino e i responsabili scientifici del Laboratorio Landscape in progress Ottavio Amaro e Marina Tornatora.
La quantità degli edifici confiscati in Calabria e in particolare nella Città di Reggio Calabria, costituisce un patrimonio edilizio i cui connotati funzionali e configurativi sono tutti da ripensare in un’azione di riappropriazione di spazi legali e urbani. La ricerca e l’esperienza didattica presso l’Università Mediterranea, individua i manufatti architettonici esistenti nelle città della Calabria e della Sicilia, sottoposti ad azione giudiziaria di confisca per reati legati a pratiche criminali.La morte del Minotauro indica una condizione di ripristino della legalità per manufatti edilizi realizzati attraverso risorse finanziarie non trasparenti e abitati da attori che si muovono fuori dalla convivenza civile. I paesaggi ritrovati sono quelli riappropriati dalla collettività e riportati ad una riconfigurazione estetica e funzionale organica ai luoghi e alla città.
L’attività progettuale operata sugli edifici confiscati, spesso collocati in aree periferiche, ha avuto la finalità di realizzare una nuova mappa di segni e presenze architettoniche che segnano la metamorfosi estetica, oltre che sociale, della città.
I lavori riguardano parte dell’esperienza didattica degli studenti iscritti al 3° anno di Architettura presso l’Università Mediterranea di Reggio Calabria, insieme al progetto del Parco della biodiversità in corso di realizzazione su un terreno confiscato lungo la Fiumara del Mesima a Rosarno, gestito dal Consorzio Macramè / Trame solidali mediterranee.
L’allestimento è a cura di: Alessandro De Luca, Giovanna Falzone, Domenico Fazzari, Lucia Lagiusa, Cristiana Penna, con la collaborazione degli studenti: Ilaria Aprigliano, Maria Sofia Campolo, Cecilia Coppola, Pierluigi Gerace, Danilo Guerrera, Mauro Pirrone, Vincenzo Pirrottina, Giada Puccinelli e Aldea Saccà.
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