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Continua l’intensa opera di diffusione della cultura scientifica organizzata dal Planetario Provinciale Pythagoras di Reggio Calabria.
Martedì 4 Giugno alle ore 21.00 si parlerà di: “Rivoluzione biologica e i compiti della bioetica”, relatore il professor Demetrio Neri, ordinario di bioetica presso l’Università degli studi di Messina.
Il termine bioetica, costruito a partire dalle due parole greche bios, vita, ed ethos, morale, è stato coniato dal cancerologo statunitense Van Rensselaer Potter che, di fatto, lo ha utilizzato in due articoli del 1970 e in una famosa opera del 1971, alludendo, con esso, al tentativo di coniugare le scienze della vita con un’etica della vita in grado di fungere da “scienza della sopravvivenza”
Tuttavia in seguito il termine venne prevalentemente utilizzato nell’accezione di W. T. Reich, che definì la bioetica come “lo studio sistematico della condotta umana nell’ambito delle scienze della vita e della cura della salute, in quanto tale condotta sia esaminata alla luce di valori e principi morali”. Il termine venne poi importato in Europa ed ha trovato buona accoglienza anche in Italia.
Esistono notevoli divergenze circa la natura, gli ambiti applicativi, le finalità e le origini della disciplina, circostanza che ne rende problematica una definizione univoca:
- secondo alcuni si tratta di una scienza, per altri di una generica “branca” del sapere;
- secondo alcuni è una disciplina autonoma mentre per altri, come si è visto, è da intendersi come “ramo” dell’etica tradizionale;
- alcuni prospettano i compiti della bioetica in termini di “barriera” o di “frontiera” etica, cioè come attività volta a porre limiti invalicabili allo sviluppo tecnico-scientifico; altri invece la interpretano come una libera e spregiudicata discussione critica intorno alle nuove chance offerte dalle attuali competenze biotecnologiche;
- alcuni privilegiano l’appello ai principi, altri l’appello ai casi concreti.
Meno controversa è la tesi dell’intrinseca interdisciplinarietà della bioetica, la quale implica un intreccio combinato e dialogico di competenze specifiche, coinvolgenti settori disparati del sapere: biologia, medicina, diritto, economia, psicologia, sociologia sono soltanto alcune delle discipline di riferimento
Particolarmente stretto è il legame con la filosofia, dovuto alla natura etica dei problemi trattati e al carattere esistenziale dei suoi dilemmi.
La bioetica rappresenta infatti una delle maggiori incarnazioni dello spirito filosofico, cioè di un atteggiamento mentale che, invece di limitarsi a ciò che è legalmente o tecnicamente possibile, si interroga su ciò che è moralmente auspicabile, cioè su quel “dover essere” o “dover fare” che costituisce il tratto specifico dell’etica filosofica. Merito della filosofia è aver dato alla bioetica una dimensione più ampia, come fenomeno culturale diffuso; da parte sua la bioetica si configura come “banco di prova” per le teorie e le categorie filosofiche, inducendo inoltre i filosofi ad interrogarsi nuovamente riguardo ad alcuni concetti fondamentali: persona, vita, morte quanto per citarne alcuni.
La relazione del prof. Demetrio Neri, ordinario di Bioetica all’Università di Messina, vuole mettere in evidenza il nesso tra la nascita della bioetica e la rivoluzione biologica dentro la quale le generazioni presenti vivono. Nella prima parte del suo intervento cercherà di spiegare come, quando e perché è nata questa nuova forma di riflessione etica denominata bioetica, illustrando le componenti culturali e i fattori sociali che hanno favorito la nascita. Il professore si soffermerà sulla scoperta del DNA ricombinante e la nascita dell’ingegneria genetica che, tra i problemi di cui si occupa la bioetica, è sicuramente il più nuovo e quello che pone problemi inediti proprio per la radicalità del cambiamento che esso comporta. Nella seconda parte della relazione saranno illustrati alcuni dei settori più importanti della rivoluzione biologica, con particolare riguardo alla ricerca sulle cellule staminali e alla biologia sintetica.
La cittadinanza è invitata a partecipare.
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