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Si muove tra improvvisazione e le sonorità tipiche della musica contemporanea. Giampiero Locatelli, col suono del suo pianoforte, apre i concerti del “Festival Ecojazz 2013”, giovedì al Centro Equitazione “Foti” di Pellaro a Reggio Calabria.
Penultima serata della rassegna musicale che torna a brillare, nel suo ventiduesimo anno, in un’estate reggina povera di eventi, grazie alla forza di volontà ed alla direzione artistica di Giovanni Laganà.
Locatelli è pianista e compositore, «poggia le fondamenta sull’approccio compositivo, non inteso come relativo all’avanguardia o ad altre correnti più in voga – chiarisce il patron Laganà – tant’è che lui stesso ama sottolineare la mancanza di separazioni tra esperienze di carattere jazzistico e quelle legate alla musica scritta».
Ultimamente ha composto gli “Esercizi materiali”, lavoro teatrale basato su racconti di Domenico Loddo, dentro al quale, oscilla tra un trattamento tendente all’approccio improvvisato ed una scrittura legata alla musica contemporanea. Ipnotico e magistralmente tecnico, Locatelli si muove agilmente tra l’eredità del rigore classico e l’impostazione improvvisata di madre jazzistica. Si esibisce prima in un componimento creato da pochissimo, poi in “Wild flower” e infine in un brano “From the last frame” composto circa dieci anni fa.
Proveniente da Parigi, dove ha suonato con Manu Katché, pronto a ritornare in Francia, dopo il concerto del tramonto alla Loggia di Pellaro («un’esperienza meravigliosa, non volevamo più andare via dal panorama dello Stretto») approda sul palco di Ecojazz anche Luca Aquino, trombettista originario di Benevento, insieme alla fisarmonica di Carmine Ioanna. E’ uscito lo scorso 3 luglio “aQustico”, l’ultimo album di Aquino che confessa «si caratterizza per il fatto che, dopo le esperienza precedenti variegate di “Icaro Solo” e “Skopje Connection”, non utilizza la musica elettronica». Dunque un disco con sette brani che «è un ritorno alle radici, portando dentro tutto ciò che ho maturato. Sono brani di musica più allegra, meno malinconica».
Aquino prosegue il suo cammino musicale con un tour per il nuovo disco che lo terra impegnato fino al prossimo autunno. Poi comincerà un altro viaggio «alla scoperta della musica africana, del Nord Africa soprattutto, mi sento attratto da quei ritmi – chiarisce – un viaggio cominciato forse proprio grazie alla collaborazione nel tour di Manu Katchè». Durante la serata si ascoltano proprio i brani dell’ultima fatica musicale da “Mastroianni” di Sadi Mangiaracina, pianista siciliana che ha suonato nel disco a “Chet e Liz”, ispirata ai due inseparabili amici a quattro zampe di Aquino, fino a “Mezza Recchia”.
La fisarmonica di Ioanna, col tocco romantico («ho voluto suonare con lui perché avevo bisogno del fermento della sua origine musicale “rom”») ben si presta, coi toni malinconici, al gioco del ricordo ed ai viaggi nella memoria.
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