Al “Cilea” il duo Battaglia e Miseferi mettono a nudo

Battaglia Miseferi

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L’Officina dell’arte porta al teatro “Cilea” un’anteprima nazionale, “Dietro la porta“, commedia di Gianni Quinto con gli attori Giacomo Battaglia e Gigi Miseferi.

Una pièce che, inserita nel ricco cartellone teatrale della compagnia capitanata dal maestro Peppe Piromalli, vanta le musiche di Sandro Scialpi e vedrà sul palco sabato 27 Febbraio alle ore 21, due colonne dello spettacolo, Battaglia e Miseferi rispettivamente nei panni di Armando Meniconi (detto “Il Principe”) e Giovanni Passalacqua (“Il Terrone”). Armando è un uomo vissuto che apparentemente non crede più a nulla.

Disilluso, da tutti e tutto, ha trovato nella solitudine una giusta condizione alla sua esistenza. Questo, però, è quello che vuol fare vedere. Perché in fondo, anche se non lo ammette come tutti, ama la compagnia e vede nell’arrivo di Giovanni un valido sostegno per ingannare la sua lunga attesa. Ma diffidando di tutti, cerca di non affezionarsi per paura di perderlo. Ci vorrà davvero tanto tempo per fargli dire qualcosa di sé ma quando lo farà, si capirà il motivo del suo silenzio e della sua diffidenza. Giovanni invece, è un uomo silenzioso ma gli piace la compagnia, adora parlare anche del nulla: questo è il suo modo di esorcizzare la vita.

Al contrario di Armando, lui ha scelto la vita da barbone, né è felice perché è il suo modo di vivere l’esistenza in maniera romantica. La sua troppa disponibilità è l’oggetto delle fregature che ha preso nella vita. Fra tutte, quella del suo eterno amore per Brighitte che lo abbandona per un pappone. Proprio questo suo animo vivace lo porterà a diffidare del silenzio di Armando ma sarà proprio Giovanni a tirare fuori tutto quello che giace sul fondo del cuore dell’amico barbone e ci riuscirà con la sua romantica semplicità.

La storia si svolge tutta in un “non luogo”, in un tempo sospeso dopo la vita. Chiamarlo “Aldilà” sarebbe già un’apertura verso la concezione umana del dopo. Lì, dove sono Giacomo Battaglia e Gigi Miseferi, non ci sono ne angioletti, come dice Giovanni, ne nessun’altra immagine che possa ricondurre agli stadi post mortem delle diverse religioni. Di sicuro, quella che i due senzatetto stanno vivendo è la morte ma non avendo nessuna informazione su di essa, non sanno se l’attesa davanti ad una porta sia il preludio a qualcosa che verrà. Il vero terrore mai dichiarato di entrambi è che quella condizione di attesa, sia per loro una punizione inflitta da non si sa chi, da scontare per l’eternità. Intorno il nulla, di fronte una porta e lì, dove loro aspettano, tante altalene.

“E’ una commedia che farà sicuramente riflettere – afferma l’attore Piromalli – Il senzatetto appartiene ad una “popolazione” affacciata sul vuoto a ridosso di un abisso pieno di dolore e povertà. Sono molti uomini e donne che vivono in Italia: si stima siano circa 90.000 che hanno costruito un mondo invisibile dove quasi mai si fanno vedere, tranne quelli che chiedono l’elemosina. I clochard non amano esporsi alla luce, forse perché privi di ombra, forse perché hanno vergogna di mescolarsi agli altri, i cosiddetti “normali”.

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