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Edward Lear (Londra, 1812 – Sanremo, 1888) compie duecento anni. Per rendergli omaggio, il prossimo mercoledì 12 dicembre alle 15.30, ad Agraria località Feo di Vito (aula seminari) il prof. Salvatore Di Fazio terrà un seminario pubblico sul tema: “Il paesaggio di Edward Lear in Calabria e Sicilia”. L’iniziativa è promossa nell’ambito del corso di Costruzioni forestali e Paesaggio nella forma di “lezione aperta”.
Molti conoscono Lear per i suoi scritti, i diari di viaggio e le filastrocche, raffinate e strampalate, che ne hanno fatto un umorista “di culto” nel campo della letteratura “nonsense”. Spesso si dimentica, tuttavia, che Lear è stato soprattutto “uno sporco pittore paesaggista”, come egli stesso soleva definirsi con la consueta ironia. In questa arte Lear raggiunse una maestria incontestabile, frutto non solo di sapienza tecnica, ma anche di una singolare capacità di osservazione e di stupore di fronte allo spettacolo della natura.
Nell’esperienza di Lear il paesaggio è un paesaggio ricercato, vissuto, interpretato e ricreato attraverso gli occhi del viaggiatore, del poeta e del testimone. Sui luoghi visitati, per lo più percorsi a piedi, spesso in solitudine e tra mille difficoltà raggiungendo terre poco frequentate, egli apre nuovi punti di vista e lascia la traccia di una visione “altra”, di uno sguardo personale che oggi diviene, esso stesso, parte dei paesaggi raffigurati. Il paesaggio di Lear è anche quello di una geografia bizzarra, un mondo parallelo dove il paesaggio reale si rispecchia, rappresentato da vignette e disegni stenografici, popolato da personaggi bizzari e piante e animali di esilarante irrealtà.
Lear è paesaggio a sé stesso. Il paesaggio di Lear visita la Sicilia e la Calabria nel 1847 e si fa luogo tra i luoghi. Il seminario proposto vuole essere un’introduzione a questo paesaggio personale, nonché un’occasione per rintracciare e ravvivare la memoria del suo sguardo e del suo racconto. Vuol essere, infine, un’occasione per dirgli in modo non convenzionale “Buon compleanno Edward!”, sapendolo seduto sul ramo di un castagno a fumare sigari e bere champagne senza sosta., così come si immaginava nell’aldilà.
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