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Motta S. Agata (RC). Un luogo straordinario, rimasto incastonato tra le rocce fin dal terribile terremoto che nel 1783 fece scappare i suoi abitanti. Quelle mura, le cui crepe rappresentano le rughe di una eterna bellezza, hanno ancora molto da raccontare.
Sabato scorso la Terra Degli Asi, La Compagnia Del Drago e La Pro Loco Reggio Calabria S. Salvatore hanno rivissuto la storia, ricreando la vita da campo di Ausoni, Romani e Bizantini. In una carrellata di epoche che introducono e spiegano le lotte di potere, i rapporti diplomatici, le epiche battaglie, racchiuse in un’unica identità: quella Calabrese.
Un successo di pubblico attirato dal fascino di questa vallata, un luogo che “non deve essere dimenticato, ma valorizzato” come ben sintetizza Domenico Colella, Presidente de “La Compagnia del Drago” aggiungendo “Oggi il meridione d’Italia piange i continui crolli negli scavi di Pompei, domani piangeremo per Motta S. Agata e altri posti unici che da soli riuscirebbero a far sollevare l’economia di un intero paese”.
L ‘idea di questa manifestazione nasce da un sacro amore nei confronti di Motta S. Agata, terra abbandonata e poco conosciuta, da parte del professore Giuseppe Marino, Presidente della Terra degli Asi: “Fin da ragazzino la immaginavo teatro di accadimenti mirabili e piena di vita così come sarebbe stata in passato, siamo giunti alla seconda edizione di Agathalia, dedicata con affetto al compianto professor Domenico Raso, mio compagno ma soprattutto maestro, con cui negli ultimi anni ho avuto l’ onore di collaborare e che alla mia ricerca, nonché all’associazione ha dato molto in termini di paterna amicizia, seguendo le nostre scoperte ed indirizzandoci nei nostri studi che lui stesso vedeva come prosieguo dell’ opera pionieristica da lui iniziata, fino ad arrivare a propormi come co-autore per il suo vocabolario di prescrittura pelasgica, lavoro concluso appena prima della sua morte, lo scorso anno, ed in fase di pubblicazione”.
In questa edizione il pubblico è stato maggiormente coinvolto nelle attività da campo con partecipazione diretta nelle giostre e nei giochi. E’ stata messa in scena una ipotetica ambasceria Romana durante un matrimonio Italico, con scambi di battute accese rivolte a risvegliare l’orgoglio “Ausone” culminato in spettacolari duelli finali tra le due fazioni ( di cui uno tra spada e lancia, arma particolarmente difficile e pericolosa da gestire) e successivo funerale con incinerizione sulla pira infuocata dei guerrieri romani uccisi. Invece, i Bizantini si sono esibiti in scontri tecnici in armatura medievale e con la dimostrazione del lancio del trabucco.
L’evento è stato immortalato con abile cura dal fotografo Francesco Turano, che ha prestato uno dei suoi scatti. Temprati della maggiore esperienza e gratificati dalla calorosa attenzione gli organizzatori danno appuntamento per la terza edizione di Agathalia il prossimo anno!
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