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“Personalmente non sono stupito. Ci siamo conquistati con i fatti un posto tra i trentuno aeroporti di interesse nazionale. Ce lo meritavamo”. Questo il commento a caldo del Presidente Sogas Porcino all’indomani del Piano aeroporti di interesse nazionale che premia l’Aeroporto dello Stretto.
“Si tratta di un risultato importantissimo – prosegue soddisfatto Porcino – che premia un duro lavoro. Merito di quanti ci hanno sempre sostenuto a partire dal nostro socio di maggioranza, la Provincia di Reggio Calabria guidata dal Presidente Raffa, e da tutti gli altri soci Regione Calabria, Comune e Camera di Commercio di Reggio Calabria, Provincia Regionale di Messina. Merito di quanti , mi sia consentito, si sono spesi nelle sedi opportune come l’on. Nino Foti, a Roma in Enac, in Alitalia e dappertutto quando serviva. Merito senza dubbio di quanti lavorano in Sogas, tutte persone che con spirito di abnegazione e sacrificio ogni giorno fanno si che l’Aeroporto dello Stretto esiste e che tutto questo sia possibile. Ci lasciamo alle spalle un periodo intenso e ricco di novità per l’Aeroporto soprattutto sul fronte della charteristica. Sta per dare i suoi primi frutti l’ormai nota “Operazione Russia”. Per merito dalla Regione giungeranno in Calabria migliaia di turisti provenienti da Mosca. Avvierà le sue prime fasi anche l’accordo commerciale con Trawel Group che offrirà l’opportunità a quanti vorranno di partire finalmente anche dall’Aeroporto dello Stretto per trascorrere delle stupende vacanze a tariffe vantaggiose nell’incantevole paradiso di Sharm El Sheick in Egitto. Saremo presenti alla Borsa Internazionale del Turismo, a breve presenteremo il nuovo sito web dell’aeroporto, stiamo adoperandoci per rendere più moderno ed accogliente il nostro Terminal. Attendiamo con ansia che le procedure per il superamento delle limitazioni da parte di Enac si definiscano così da poter “sbloccare” le numerose trattative con altre compagnie aeree che abbiamo già in cantiere da tempo. Pertanto abbiamo tutti i buoni motivi per guardare avanti con ottimismo…”
“Su un punto in particolare – sottolinea Porcino – vorremmo tranquillizzare quanti, come noi, hanno a cuore il futuro dell’Aeroporto dello Stretto: non c’è alcun rischio di perdere i finanziamenti comunitari per i lavori di ammodernamento e realizzazione della nuova aerostazione. L’Attuale Consiglio di Amministrazione in merito alle procedure seguite che hanno portato alla rescissione prima e che porteranno al riappalto dei lavori a breve, ha compiuto ogni passo con molta morigeratezza e attenzione, usando la diligenza del buon padre di famiglia. Abbiamo ereditato un cantiere “a intermittenza” – dichiara il Presidente Sogas Carlo Alberto Porcino – paralizzato ad ogni piè sospinto. Una storiaccia che vede sin da subito un primo brusco stop dei lavori causato dal rinvenimento di un “cavo elettrico di alta tensione” da parte della ditta aggiudicataria dell’appalto. Proprio quest’ultima che però, si badi bene, non eseguiva solamente i lavori ma aveva curato anche la progettazione dell’opera trattandosi di appalto integrato. Ma, allora chi doveva accorgersi prima dell’esistenza di quel cavo? Mera coincidenza o disattenzione dell’uomo? Poco importa. Intanto i lavori si fermano cosi per la prima volta. Inizia allora un primo “tira e molla” tra la Sogas e l’Enel che pretendeva il pagamento di 150mila euro per spostare il cavo oggetto del contendere. Cambia il management e arriviamo noi – prosegue Porcino – Giusto il tempo di insediarci alla guida della Sogas e siamo subito intervenuti grazie all’ausilio dei nostri legali di fiducia, sbloccando di fatto la situazione senza alcun onere a carico della Sogas. Il primo cavo viene spostato da parte di Enel.
I lavori ripartono, ma si fermano di nuovo quasi subito. Servono venti giorni per consentire “altre attività”. Nuovo stop e nuova ripartenza. Nel frattempo si scopre che i cavi dell’alta tensione che avevano provocato il primo stop ai lavori in realtà rappresentavano una rete di alimentazione dismessa ormai da tempo per cui risultavano di fatto inattivi con la sola differenza di altri cavi attivi e quindi effettivamente da rimuovere. Prime anomalie. Secondo intervento da parte di Enel.
I lavori dopo 15 giorni riprendono, salvo poi, solo dopo un paio di giorni, dover constatare come Sogas una certa e sostanziosa difficoltà finanziaria da parte della società aggiudicataria che mentre da un lato non procede spedita sui lavori, dall’altro chiede, con insistenza e ripetutamente, continue anticipazioni sul contratto da parte di Sogas. Ci veniva richiesto il pagamento anticipato per lavori ancora da realizzare. Richieste che naturalmente per legge non potevano essere accolte da parte di Sogas, le cui condizioni economiche, peraltro com’è noto, non avrebbero comunque consentito il pagamento tali anticipazioni.
In data 14 febbraio 2012 presso la sede dell’Ente finanziatore si svolge una riunione con la partecipazione della Regione, della ditta appaltatrice e della Sogas. Motivo dell’incontro la necessità di esaminare la situazione complessiva del cantiere e decidere sul da farsi. In esito a tale incontro furono concordate tra tutte le parti interessate le strategie operative che furono messe subito in atto per agevolare il proseguo dei lavori e la stabilità finanziaria per l’assolvimento degli obblighi da parte della ditta appaltatrice. Subentra una altra anomalia. Il Genio Civile Ufficio Pubblico anziché concedere i permessi necessari, dopo aver visionato il progetto predisposto dalla società’ appaltatrice, rileva invece l’esistenza di vizi che dovranno essere sanati in tempi e modalità precise per come concordato sempre dalla società’ appaltatrice. Ancora anomalie e misteri circondano questo cantiere aperto “ad intermittenza”.
Nelle more della predisposizione ed integrazione del progetto, infatti, interviene il provvedimento di interdizione della Prefettura di Roma. Alla notifica del predetto provvedimento non si poteva, per espressa disposizione di legge, che operare secondo quanto statuito dalle norme: informare ENAC, revocare l’appalto, invitare le altre ditte partecipanti alla gara di appalto.
Tutta la procedura e’ stata eseguita secondo legge e non è stato facile contattare la seconda ditta che aveva partecipato alla gara, unica e sola ulteriore partecipante. Si tratta, infatti, di una Azienda che nel frattempo non ha più’ sede in loco e si è trasformata per fusione in altra società. Sicuramente il voler rispettare fino i fondo le procedure di rescissione e riappalto ha sensibilmente rallentato i tempi ma ciò a garanzia della assoluta legittimità di tutte le delicate fasi di questa operazione. Alla fine riusciamo a contattare la seconda ditta partecipante alla gara.
Dobbiamo necessariamente concedere a tale seconda azienda tutti i tempi di legge per decidere e manifestare l’intenzione se subentrare o meno nel l’appalto. Dopo qualche sollecito, finalmente otteniamo la risposta che però è negativa: la seconda ed unica partecipante alla gara non intende partecipare. E allora che fare? Non ci perdiamo d’animo e abbiamo attivato le procedure di legge che prevedono espressamente che la Commissione di collaudo accerti lo status delle attività’ e rediga formale verbale in contraddittorio tra tutte le parti.
La Commissione di collaudo e’ formata da professionisti provenienti da diversi Enti ed anche a causa di problemi personali di uno dei suoi componenti, nonostante numerosi solleciti da parte di Sogas, si arriva al 22 gennaio 2013, data in cui la Commissione presente a Reggio Calabria redige e chiude il verbale di collaudo del cantiere. Fin qui i fatti per come si sono svolti. E adesso come si procederà?
L’attuale CdA della Sogas ha già deliberato di procedere ad un nuovo appalto con un nuovo bando di gara europeo. Abbiamo già’ predisposto il relativo capitolato di appalto e definiremo il bando con il prezioso ausilio di professionalità di primo piano, cultori della materia di livello nazionale che unitamente ai nostri legali ed ai nostri tecnici si stanno adoperando per evitare qualsiasi tipo di ulteriore problematiche in danno alla Sogas. Abbiamo assegnato tempi ristrettissimi ai predetti professionisti, ma nonostante la fretta intendiamo anche avere un rapporto certo e privo di “buchi” che potremmo pagare a caro prezzo in fase di esecuzione; abbiamo provveduto a contattare la SUAP che curerà la pubblicazione del bando di gara e la sua assegnazione al partecipante, ci è stato assicurato che la ns. Pratica avrà’ un canale preferenziale e che i tempi di pubblicazione saranno ristrettissimi: il minor tempo possibile secondo quanto previsto dalla legge. Nelle more di tutto quanto sopra da subito si partirà con lo sgombero del cantiere e la sua messa in sicurezza, con la riapertura immediata della viabilità che tanti problemi ha creato alla circolazione e non solo, ma questa era stata la scelta operata in passato che noi abbiamo potuto solamente gestire pur non condividendola affatto. Ci impegniamo espressamente a comunicare tutte le fasi nel loro svolgimento sino alla effettiva ri – assegnazione. I tempi tecnici saranno quelli minimi necessari e nessun finanziamento andrà perduto in quanto la causa dello “stop ai lavori” non è assolutamente dipesa dalla stazione appaltante, ma è determinato da causa di forza maggiore per cui dovrà essere stabilito e comunicato un nuovo termine di fine cantiere che diventerà’ (quello si, speriamo!) assolutamente il termine finale e definitivo.
Intanto, nel frattempo – conclude Porcino – nei prossimi giorni verrà smobilitata l’area di cantiere così da essere subito disponibile per la società che si aggiudicherà la prosecuzione dei lavori la cui ripresa dipenderà a questo punto solo dai tempi di pubblicazione del bando e dalle procedure di aggiudicazione per come previsti dalla legge. L’intera procedura sarà affidata alla SUAP. La ripresa è ormai vicina. Parola di Carlo Alberto Porcino.
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