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Non si può tacere di fronte alla decisione di Alitalia di sopprimere il volo che collega l’Aeroporto dello Stretto con l’Aeroporto di Torino Caselle. A dichiararlo Nino Foti, membro della direzione nazionale Pdl e già componente della Commissione Trasporti della Camera dei Deputati. Non può passare inosservata – prosegue Foti – la circostanza che si tratta di un volo affollatissimo in ogni periodo dell’anno, con un coefficiente di riempimento (load factor) che in media si attesta all’85,5% solo nell’ultimo triennio. Una media altissima che non che non giustifica in alcun modo la soppressione di tale volo, peraltro con l’aggravante che si tratta di un collegamento in funzione del quale Alitalia percepisce addirittura oneri da servizio pubblico quali incentivi da parte del Ministero per il tramite della Regione a far data dal 2011.
Gradiremmo davvero conoscere quali sono le intenzioni dell’AD Alitalia Del Torchio. Intanto registriamo la cancellazione di un cospicuo numero di voli nel solo mese di settembre per non bene precisate e alquanto inspiegabili motivazioni di ordine commerciali. Dietro la notizia della cancellazione del volo per Reggio Calabria – aggiunge Nino Foti – da quanto mi risulta, la deputazione nazionale Torinese già si è attivata con interrogazioni parlamentari forte delle notevoli pressioni subite dalle migliaia di passeggeri rimasti sorpresi e letteralmente rattristati dall’avvenuta e quanto mai insolita soppressione del volo diretto da e per Reggio Calabria.
Non sarebbe male se la stessa sensibilità fosse avvertita anche dai nostri rappresentanti calabresi in Parlamento. Alitalia dall’inizio dell’anno ad oggi ha cancellato oltre centotrenta voli. Adesso dal 17 settembre la notizia della soppressione (unitamente ad altri collegamenti) anche del volo da e per Torino “guarda caso” in prossimità del termine del triennio di incentivi garantiti in termini di oneri per servizio pubblico su questa tratta. Un collegamento quello con l’aeroporto di Torino Caselle che qualunque altra compagnia al mondo non si sognerebbe mai di sopprimere considerato che, lo ripeto, viaggia con un load factor medio altissimo dell’85,5% solo nell’ultimo triennio.
La città di Reggio Calabria e l’Aeroporto dello Stretto non possono e non devono continuare a subire le decisioni assunte sulla pelle del futuro di questo territorio, di questa importantissima infrastruttura ma, quel che è peggio, in danno al diritto alla mobilità dei reggini e dei messinesi. Una decisione – conclude Foti – che si inserisce nel più ampio dibattito intorno alla mancata definitiva rimozione delle anacronistiche limitazioni tecnico – operative da parte di Enac. La persistenza di tali vincoli ormai continua a penalizzare (oserei dire quasi “mortificare”) fortemente l’aeroporto dello Stretto, rendendolo scarsamente competitivo e poco attraente per l’arrivo di nuove compagnie aeree.
Personalmente e non da oggi – chiosa Nino Foti – da sempre sono impegnato in una “crociata” per salvare l’Aeroporto dello Stretto dall’inesorabile declino cui pareva destinato fino a qualche anno fa, ovvero fino all’intervento provvidenziale dell’Amministrazione Provinciale guidata dal Presidente Raffa, quale azionista di maggioranza che si sta spendendo molto affinché questi limiti vengano rimossi e superati. Da parlamentare ho prodotto diverse interpellanze e interrogazioni urgenti sul tema. Un aeroporto, come quello di Reggio Calabria, deve aprirsi alla concorrenza ed al libero mercato. E deve poterlo fare con tutte le carte in regola ma, quel che più conta alla pari con gli altri.
Da solo il buon operato del management a guida del bravo Carlo Alberto Porcino non basta. Aver rimesso in ordine ai conti dell’azienda, aver frenato sprechi e ulteriori forme di indebitamento, aver contenuto la spesa per il personale ed internalizzato i servizi, tutte cose che sono state fatte come in effetti, tutto questo da solo non basta più. L’Aeroporto dello Stretto va privatizzato, e proprio per questo motivo si sta dialogando, da parecchi mesi, con potenziali partner di settore, europei e non, affinché gli stessi possano essere messi a conoscenza di qual è la realtà della nuova Sogas, quali sono i numeri e le vere potenzialità dell’Aeroporto dello Stretto.
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