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Il museo delle icone sarà presto allestito presso i locali dell’ex carcere di Staiti. È questo il responso all’indomani del sopralluogo effettuato dal presidente dell’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte Leo Autelitano e dal sindaco di Staiti Vincenzo Ielo presso i locali deputati ad ospitare l’esposizione, ubicati proprio nel cuore del centro storico del piccolo comune pre aspromontano sul cui territorio insiste uno dei più importanti monumenti della spiritualità greco-ortodossa della Calabria, l’antico monastero di Santa Maria dei Tridetti.
Secondo il progetto promosso dell’Ente Parco in collaborazione col comune di Staiti, l’ex carcere mandamentale, recentemente riqualificato sarà in grado di ospitare un piccolo ma importante museo per la valorizzazione della cultura bizantina in Calabria e nel Mezzogiorno d’Italia. L’iniziativa riguarda i santi italo-greci che nei secoli hanno fatto registrare la loro presenza nel territorio dell’attuale Parco Nazionale e le cui biografie potrebbero senza ombra di dubbio aprire non solo il comune di Staiti ma anche il territorio del Parco a utili scambi culturali e spirituali con l’intera area del Mediterraneo.
Proprio da tale considerazione nasce l’idea dell’Ente, di aprire la nuova struttura che ospiterà le icone sacre col preciso intento di costituire un unicum con la recente azione promossa dalla Presidenza del Parco attraverso un suggestivo percorso chiamato “Il cammino della fede”, un viaggio lungo i luoghi di culto bizantino dell’Aspromonte, che partendo da Bova raggiungerà Serra San Bruno. “L’iniziativa di Staiti – spiega il presidente dell’Ente Parco Leo Autelitano – nasce da un lato dall’esigenza di creare lungo il tragitto del cammino della fede alcuni punti utili ad approfondire la conoscenza del culto bizantino in Aspromonte, dall’altro rappresenta un’ottima occasione per rivalutare alcune strutture di pregio ricadenti nei centri storici del Parco Nazionale, che avranno così la possibilità di essere ulteriormente visitati e scoperti nei loro angoli più suggestivi e a volte inesplorati”.
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