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«Può sembrare contraddittorio parlare di innovazione in un momento in cui 58.000 imprese fanno difficoltà a gestire l’ordinario, ma il concetto di innovazione non è solo legato alla Ricerca e alla Tecnologia. Certo non può farne completamente a meno, ma innovazione significa anche ascoltare le esigenze del mercato e della società e rivedere il proprio modello di marketing, organizzazione, design, management.
Mi auguro che con l’incontro di oggi possano nascere idee e relazioni per progetti sostenibili». Con queste parole Lucio Dattola, presidente della Camera di Commercio di Reggio Calabria, ha aperto la decima edizione del Forum europeo dell’Innovazione, che quest’anno è dedicato all’innovazione senza ricerca.
In Italia sono circa il 14% le imprese trainanti o trainate dall’innovazione non tecnologica, imprese che quotidianamente mettono in atto azioni come: l’organizzazione delle risorse umane e dei processi produttivi, la diversificazione di prodotti/servizi, il miglioramento delle prestazioni ambientali (dirette e indirette), la definizione di nuove strategie di marketing, il miglioramento del design, la soluzione dei nuovi bisogni delle fasce più deboli della popolazione (anziani, disabili, bambini, persone con disagio sociale).
L’incontro è promosso da IN.FORM.A, Azienda Speciale Camera di Commercio di Reggio Calabria., in collaborazione con Dintec-Consorzio per l’Innovazione Tecnologica e sotto il patrocinio di Unioncamere-Unione italiana delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura.
Antonio Palmieri, direttore Azienda Speciale IN.FORM.A., ha parlato dell’importanza dell’innovazione e come, dal 2004, l’ente camerale sia impegnato nella diffusione e nella promozione della cultura dell’innovazione in tutti i settori.
Demetrio Arena, assessore regionale alle Attività produttive, ha sottolineato come l’innovazione debba riguardare tutto il ciclo produttivo, le persone e i loro skill, e gli asset intangibili, tutti elementi che sono molto difficili da valutare soprattutto nei bandi. La Regione sta predisponendo alcuni bandi che terranno conto di questi fattori. Saranno rivolti alle eccellenze del territorio, come l’agricoltura o il settore del legno, che devono essere valorizzate per ridare competitività alla Regione.
Sono seguiti gli interventi di esperti e rappresentanti istituzionali che hanno fatto una panoramica sulle strategie innovative messe in atto dalle imprese italiane per far fronte alle esigenze del mercato. Hanno parlato del modello dell’innovazione non tecnologica, sano, efficace, tipicamente italiano ma, un modello che, secondo Francesco Estrafallaces, responsabile area economica CENSIS, forse, a medio-lungo periodo non sarà più sufficiente da solo.
Sicuramente, come ha affermato Claudio Roveda, consigliere delegato e direttore generale della Fondazione COTEC, è necessaria un reindustrailizzazione dell’impresa manifatturiera che, anche secondo la UE, è il motore del sistema produttivo. Il modello che le nostre imprese devono seguire è quello di un’industria più competitiva, sostenibile e globale. E per realizzarla bisogna intervenire sui processi che devono essere flessibili; sui prodotti che devono diventare più smart e integrati con i servizi; sui fattori abilitanti e di contesto.
Un altro tema importante è stato la social innovation, una delle priorità della nuova strategia Europa 2020 per un’economia intelligente, sostenibile e inclusiva. Come ha sottolineato Andrea Pugliese, membro membro dell’associazione “The Hub” di Roma,l’innovazione sociale non riguarda non solo il Terzo settore l’intera società, che oggi ha nuovi meccanismi di relazione, e i suoi bisogni. La social inovation dà risposte concrete a esigenze concrete. I prodotti infatti non si creano per i beneficiari, ma con i beneficiari.
Sono state presentate tre case history. L’esperienza di ENEA (Ente per le Nuove tecnologie, l’Energia e l’Ambiente) nella realizzazione della prima piattaforma regionale di simbiosi industriale in Sicilia, uno strumento che coinvolge industrie tradizionalmente separate e altre organizzazioni in una rete per promuovere strategie innovative per un uso più sostenibile delle risorse, identificare opportunità di business reciprocamente vantaggiose, condividere buone pratiche.
Il caso di coworking e social innovation di Impact Hub Roma, una rete di spazi fisici per imprenditori, creativi e professionisti che vogliono realizzare progetti che, oltre al ritorno economico, abbiano un forte impatto sociale, ambientale e culturale. Sono spazi dove possono lavorare, imparare, conoscersi, scambiare idee, innovare. Sono spazi interconnessi su scala internazionale. The Hub è un’esperienza che nasce quasi per caso, dalla collaborazione di quattro ragazzi inglesi che volevano cambiare il mondo facendo collaborare le comunità e i loro leader attorno a un tavolo a Soweto, in Sudafrica. Da lì è nato lo Hub di Londra e altri 40 hub in tutto il mondo. Si prevede di aprirne altri venti entro il 2015.
Il terzo esempio ha riguardato lo sviluppo di numerosi strumenti al servizio dei processi di internazionalizzazione delle imprese, come la piattaforma online di corporate business network Start2Business, che permette a imprese e imprenditori di gestire ovunque si trovino il proprio business e il proprio network di contatti. L’innovazione, come sostiene Vincenzo Caci, Presidente e fondatore di Swiss Business Group AG deve essere una pratica quotidiana, promossa dai privati che ogni giorno devono far fronte a nuove necessità di mercato. Innovazione è fare rete, farsi conoscere, osare.
Nel pomeriggio si è svolto il workshop moderato dalla giornalista e scrittrice Ilaria Guidantoni che ha sottolineato come il concetto di innovazione sia cambiato e sia ormai necessario far dialogare i due modelli tecnologico e non tecnologico. I vari interventi hanno evidenziato come innovazione significhi: previsione degli scenari per affrontare ogni situazione di possibile crisi; guardarsi intorno e combinare in modo diverso cose che già esistono; rinnovare il settore dei servizi che rappresenta il 70% del Pil del nostro Paese; condividere, collaborare, messa in rete di culture e risorse. Connettere le potenzialità del web 2.0 con il territorio calabrese e farlo dialogare con il mondo.
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