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Sono partiti da Aulla (Massa Carrara) con una croce sulle spalle. Attraverseranno a piedi la Via Aurelia – 450 chilometri circa – per raggiungere Roma l’ 11 ottobre e incontrare – se ricevuti – il Presidente della Repubblica e il Presidente del Consiglio.
Sono Antonio Brizzi, segretario generale del CONAPO Sindacato Autonomo Vigili del Fuoco e una delegazione dello stesso sindacato cui, tappa dopo tappa, si aggregheranno altri vigili. I colleghi di tutta Italia – inclusi i vigili del fuoco della Calabria – l’ 11 ottobre protesteranno insieme a loro nella capitale. Chiunque volesse esprimere la propria vicinanza ai vigili del fuoco, può scrivere all’indirizzo nazionale@conapo.it.
Non è una parata, ma un’iniziativa – l’ennesima – per ottenere ciò che fin’ora non si è ottenuto: l’aumento delle risorse per garantire il pubblico soccorso, lo stesso trattamento (economico e pensionistico) riservato alle forze di polizia, il pagamento degli arretrati per le calamità (L’Aquila, Veneto, Messina ecc.).
E ancora, l’assunzione di almeno tremila tra precari e idonei in graduatoria che sopperirebbe alla carenza di organico – per fare ciò si potrebbero utilizzare i 120 milioni di euro già spesi ogni anno dallo Stato per richiamare i precari. Diritti negati da governi di destra e di sinistra. I vigili del fuoco non ne possono più e affidano la loro voce a un simbolo, la croce, che rappresenta i sacrifici fatti ogni giorno per prestare soccorso, ma pure il disagio di chiedere ciò che spetta a chi risponde solo con il silenzio.
Sacro e profano, però, restano distinti. Ad ogni tappa, infatti, un giorno è dedicato alla S. Messa con benedizione della croce e commemorazione dei caduti dei vigili del fuoco. L’altro, alla protesta di piazza e alla sensibilizzazione dei cittadini. Il cammino della croce si concluderà a San Pietro, le proteste culmineranno – senza la croce ovviamente – nella manifestazione finale in piazza Montecitorio.
I cittadini e la carovana – Il traffico è bloccato, qualche automobilista suona il clacson. Poi vede la croce lunga tre metri – qualcuno si segna – i vigili del fuoco: capisce. La carovana – un’autovettura, un pulmino, un camper, i vigili del fuoco – attira la curiosità dei passanti. Parecchi cittadini si fermano, chiedono spiegazioni. Gli uomini del sindacato CONAPO raccontano pazientemente. Della condizione dei vigili del fuoco e dell’insensibilità dei governi.
Vigili del Fuoco al collasso – Loro continuano ad assicurare il soccorso, ma le condizioni in cui lavorano non ne favoriscono certo l’intervento. I tagli effettuati negli anni, cui si aggiunge la cosiddetta Manovra di Ferragosto, incidono sulla manutenzione dei mezzi e delle sedi di servizio, sull’acquisto dei carburanti e delle attrezzature e sulla formazione. In altri termini, sull’efficienza del soccorso prestato.
I vigili del fuoco percepiscono, in media, 1300 euro al mese – trecento euro in meno rispetto ai colleghi della polizia. Attendono da anni il pagamento degli straordinari per le calamità e dei servizi di antincendio boschivo resi alle regioni. Sostengono spese aggiuntive per l’assegnazione a sedi lontane da quelle di residenza. Sovente anticipano di tasca propria le spese delle missioni che si vedono rimborsare solo dopo anni. «Non è raro vedere sempre più famiglie di vigili del fuoco iscritte nell’elenco dei meno abbienti del loro Comune», denuncia Antonio Brizzi, segretario generale del CONAPO.
Precariato e sprechi – Sono circa 4000: vigili del fuoco discontinui che lavorano periodicamente colmando le carenze di organico. «Con le stesse risorse (circa 120 milioni di spesa per ogni anno) – spiega Antonio Brizzi, molto irritato per un punto che trova assurdo – circa 3000 unità potrebbero essere assunte a tempo indeterminato». Con conseguente razionalizzazione delle spese – si pensi ai costi di addestramento, formazione, vestizione, visite mediche ecc. da sostenere ogni volta che si formano nuovi vigili del fuoco discontinui e precari.
Il CONAPO chiede, perciò, la loro assunzione e lo stop alla creazione di nuovi precari. Auspica anche una radicale riforma con l’istituzione, nei vigili del fuoco, di una sorta di servizio simile al “volontario in ferma breve” delle forze armate, con possibilità di successivo accesso ai ruoli del personale permanente operativo. Insomma, una sorta di bacino di selezione per i più meritevoli.
«Vogliamo essere trattati come le altre forze dello Stato» – Antonio Brizzi cita il caso Viareggio: «se il 30 Giugno 2009, rischiando la propria vita, i vigili del fuoco non avessero svuotato le cisterne di gas, l’intera Viareggio sarebbe stata cancellata: il bilancio già grave dell’incidente sarebbe stato aggravato». «I vigili del fuoco – prosegue il segretario generale CONAPO – tutelano la sicurezza e l’incolumità pubblica, anche se in termini diversi rispetto alle altre forze dello Stato». Per questo, il sindacato chiede l’inserimento del Corpo nel Comparto Sicurezza e, quindi, lo stesso trattamento economico e pensionistico riservato alle forze di polizia.
Il CONAPO chiede, inoltre, l’aumento delle risorse finanziarie, in particolare per i nuclei specialistici (elicotteristi, sommozzatori, nautici ecc.), l’apertura di distaccamenti sulle isole di Pantelleria, Lampedusa e Linosa, la riforma del servizio volontario Vigili del Fuoco, il pagamento degli arretrati.
La protesta smuove anche le altre sigle sindacali. Solidarietà all’iniziativa è stata espressa dalla segreteria provinciale di Modena del sindacato F.N.S. – CISL e dal Coordinamento Sindacale Unitario Provinciale Vigili del Fuoco Parma.
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