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Nell’elegante cornice dell’auditorium dell’Istituto Ellenofono di Bova Marina con un numeroso e attento pubblico, la psicoterapia diventa protagonista. L’occasione viene offerta dal lavoro della psichiatra Elisabetta Felletti che in una sua raccolta – “Come in equilibrio sul filo” – socializza la propria esperienza professionale, messa al servizio del recupero delle devianze, evidenziando un modo di relazionarsi che diventa sostanza.
Ad organizzare l’evento e a condurlo il prof. Elio Cotronei, presidente dell’UTE-TEL-B (Università per la Terza Età e per il Tempo Libero della Bovesìa- Area Ellenofona della Calabria), coadiuvato dalla prof.ssa Antonella Genova, valente docente di materie letterarie con esperienza di ricercatrice.
Un notevole contributo di elaborazione è venuto dalle attente considerazioni della psichiatra Caterina De Stefano e dallo psicologo Sandro Autelitano.
A creare l’atmosfera giusta un breve filmato e un canto di Roberto Vecchioni dedicato ad Ada Merini, la grande poetessa del ‘900 che passò anni internata perché preda da disturbi dello spettro bipolare come altri grandi: Baudelaire, Hemingway, Byron, Strindberg, Woolf, ecc.
Per rendere consapevole il pubblico e coinvolgerlo emotivamente, due giovani donne, Claudia Iiriti e Rosalia Salvatore, con una voce ben impostata hanno letto le parti più salienti delle brevi storie del libro.
La prefazione dello psichiatra,Alessandro Meluzzi, rende l’idea con estrema sintesi: Un universo complesso e variegato anima i racconti di Elisabetta Felletti, storie che si dipanano all’interno di un tortuoso percorso di vita, personaggi dai vissuti dolorosi, “nella tomba prima del tempo perché ci sono calati volontariamente, un lungo sonno infinito, in attesa della fine di tutto, della vita del dolore”. Portano tutti un pesante fardello.
Hanno toccato il fondo, ma dentro ognuno di loro è nascosta la labile scintilla per la risalita che li indurrà a intraprendere l’arduo percorso del cambiamento.
L’interazione paziente terapeuta, che appare centrale nella narrazione, viene affrontata non solo sul piano tecnico ma soprattutto su quello umano, conferendo ad ogni protagonista un pizzico di poesia.
Il libro apre alla riflessione sui retroscena dei servizi dati dagli psichiatri e dalle equipe mediche per curare e prevenire le dipendenze. “Le dipendenze non sono solo quelle della droga o dell’alcol, ci sono svariate forme di dipendenza e la nostra società deve farsene carico. Il ruolo che noi con fatica e passione abbiamo come responsabili delle strutture sanitarie non può essere vanificato da una cultura che ancora è distante dal concetto di equipe o da una legislazione che non tiene in debito conto dei fenomeni “ precisa l’intervento della dottoressa De Stefano.
In precedenza era stata evidenziata la necessità di intervenire per colmare le fragilità e i vuoti familiari. Il rischio è che i vuoti dei bambini diventino disagi adolescenziali e possano trasformarsi in aspetti patologici della personalità, come le dipendenze. “Le conflittualità presenti nella società contemporanea, l’incertezza e la precarietà che connotano una società in crisi – introduce il prof. Cotronei – fanno pagare il prezzo più alto alle fasce più deboli: gli anziani e i giovani. La prevenzione è un obbligo sociale, purtroppo c’è grande carenza. La nostra organizzazione offre una risposta al bisogno di relazione degli adulti e degli anziani ma ha una particolare attenzione anche verso i giovani per garantire un efficace ponte generazionale”.
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