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Si terrà sabato 2 Febbraio prossimo alle 16:30 presso i locali dell’ex Pretura, attuale sede del Museo di Paleontologia e Scienze Naturali dell’Aspromonte, l’atteso incontro dibattito promosso ed organizzato dall’Amministrazione Comunale di Bova, Assessorato alla Cultura, sul nuovo volume di Nicola Gratteri ed Antonio Nicaso “Dire e non dire” (Edizioni Mondadori) che sviscera attraverso i retroscena della simbologia mafiosa, aspetti noti e meno noti di una delle organizzazioni criminali più potenti al Mondo.
Interverranno all’incontro moderato da Carlo Parisi, Segretario del Sindacato Giornalisti Calabria, anche il primo cittadino di Bova Santo Casile, il vice Sindaco con delega alla cultura Gianfranco Marino e naturalmente gli autori, il Magistrato Nicola Gratteri ed in video conferenza dal Canada il Prof. Antonio Nicaso.
In quest’ultima fatica di Gratteri e Nicaso tutta la verità sulla ’ndrangheta raccontata per la prima volta dagli stessi ’ndranghetisti che non sapendo di essere intercettati parlano a ruota libera, di affari, di voti, di chi si è comportato «da stracristiano» e di chi invece non «ha abbassato la testa». Parlano, gli uomini della ’ndrangheta, ma non dicono tutto. Fanno lunghe pause, e dietro quelle frasi lasciate a metà si nasconde la ferocia della strategia criminale e il rispetto di un preciso codice di comportamento.
E anche oggi che la vecchia ’ndrangheta dei capibastone è diventata una multinazionale del crimine con ramificazioni in tutto il mondo, insospettabili contiguità con la politica e l’imprenditoria, un giro di affari miliardario, per gli affiliati la ’ndrangheta è «la più bella cosa perché ha le più belle regole»: ha rituali, precetti, norme, principi. «Noi dobbiamo mantenerli certi valori, dobbiamo essere, come eravamo una volta, quello che ci hanno insegnato i nostri antenati» dice un boss calabrese.
Anche i comandamenti restano quelli inequivocabili che si trovano nei codici della picciotteria: i clan diversificano gli investimenti, riciclano montagne di denaro e aprono ristoranti in pieno centro a Milano, eppure, come dice un boss intercettato alludendo alla Calabria le radici della ’ndrangheta sono ben salde fra i boschi e i paesi aggrappati ai dirupi dell’Aspromonte.
Sulla base di una vasta mole di fonti documentarie Nicola Gratteri e Antonio Nicaso raccontano in queste pagine l’universo criminale della mafia calabrese in modo assolutamente inedito, dal suo interno. Un libro dalla straordinaria importanza che aiuta a conoscere a fondo non solo le strutture organizzative ma anche i miti e le parole che lo alimentano.
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