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Con Scopelliti si torna ai tempi di Chiaravalloti, cioè alla stagione del peggiore governo regionale.
Scopelliti con sue scelte antipopolari dimostra di non essere contento di aver messo le mani in tasca ai cittadini calabresi con i provvedimenti di massacro sociale contenuti nel bilancio e nella finanziaria 2011 (Imposta sui carburanti +0,25 centesimi; Addizionale IRPEF + 0,30 %; IRAP +0,15 %, tagli ai Comuni e alle Province – 100 milioni di euro).
Infatti, l’ultima gravissima iniziativa della Regione riguarda il comparto sanitario, visto che a partire dall’1 gennaio 2011 è stato introdotto un nuovo regime di compartecipazione alla spesa sanitaria, modificando il precedente Regolamento regionale.
In pratica, ciò significa che il pagamento del ticket sui farmaci e sulle prestazioni diagnostiche viene esteso anche alle fasce sociali più deboli che, invece, fino al 31 dicembre 2010 erano esenti poiché, com’è noto, l’esenzione veniva applicata per tutti i redditi inferiori alla cifra di 10.000 euro reddito ISEE (il che significa circa 20.000 euro di reddito reale).
Con Scopelliti e con la destra alla Regione tutto ciò viene cancellato e per effetto dei provvedimenti assunti dal Dipartimento Sanità si è creata una situazione intollerabile sul piano sociale che suscita generale protesta e diffusa indignazione.
Siamo sempre alle solite: ancora una volta si continuano a colpire i ceti popolari e la fasce più deboli ed esposte della popolazione.
Questo è il vero volto della destra che si caratterizza come sempre per il suo comportamento classista e antipopolare.
E’ particolarmente grave che questo possa avvenire in un momento di crisi così acuta e drammatica che colpisce specialmente regioni deboli come la Calabria, laddove aumenta la povertà, la disoccupazione e la precarietà. Senza dimenticare che in Calabria, la maggior parte delle famiglie sono monoreddito e quindi pagheranno a caro prezzo il costo di queste scelte scellerate che non tengono in alcun conto la realtà sociale della Calabria.
Come PdCI chiediamo con forza il ripristino della tutela per le fasce più deboli e per i soggetti più in difficoltà. Si tratta del minimo vitale indispensabile per evitare che ci siano gravi conseguenze nell’assistenza e nella cura di tante persone che non sono in grado di pagare neppure le medicine necessarie per la propria salute.
IL SEGRETARIO REGIONALE DEL PdCI
MICHELANGELO TRIPODI
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