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Le “feste” son finite ed a sancirne la conclusione non è stata solo la “Befana” ma anche la “scure” della Regione Calabria sui già dissanguati conti delle famiglie reggine. La notizia era sta già stata anticipata verso metà Dicembre in via “ufficiosa” ma il Bilancio Regionale lo prevede, ora , in modo ufficiale: il costo dei Trasporti locali (Bus, Treno ecc) ha subìto un vertiginoso aumento a partire da un + 30%.
Dopo la mazzata “TARES“ , ancora in piena discussione, e il Canone Acqua, di cui ci stiamo già occupando per evitare “effetto sorpresa”, ecco che arriva la “ciliegina sulla torta” del Governatore in barba ad ogni proclama propagandistico di buon governo. Dal primo Gennaio migliaia di utenti stanno pagando i biglietti del Bus 1,30 euro (30 centesimi in più)!
Anziani, studenti, disoccupati, immigrati e pendolari di fasce deboli della popolazione dovranno pagare, come al solito, una crisi aziendale e di settore imputabile ad una gestione ed una pianificazione amministrativa piena di ombre che ha portato l’ATAM alle soglie del paventato fallimento.
“Voragini” finanziarie da una parte e l’assenza di provvedimenti da un’altra che hano obbligato anche alla cassintegrazione di molti ed alla precarizzazione del servizio quasi mai “garantito” e spesso “improvvisato” .
Mancano gli orari alle fermate; manca la manutenzione dei mezzi; mancano i “controllori” fissi sui Bus per evitare di perdere ogni giorno migliaia di euro a causa di biglietti non vidimati; mancano le biglietterie automatiche ( come in ogni città civile) e manca, soprattutto, la volontà di dare valore ad un fondamentale servizio pubblico.
IRAP ed IRPEF aumenteranno a causa della solenne bocciatura del “piano di rientro sanitario” del Governatore, comunicata a settembre con il “no” del Ministro Saccomanno, e già abbiamo verificato gli effetti impressionanti sulla TARES del costo di smaltimento Rifiuti a causa della mancata applicazione della legge su raccolta differenziata al 65%; cosa dovremmo ancora aspettarci?
Il fallimento del Modello Reggio ed ora di quello “Calabria” è sotto gli occhi di tutti i cittadini ed è venuto il tempo in cui si deve presentare il “conto” ai responsabili fattivi di questa drammatica situazione.
La città non ce la fa più; ci sono famiglie al lastrico e iniziano a diventare sempre più frequenti le drammatiche immagini di persone che frugano nei cassonetti per nutrirsi.
Negli ultimi 10 anni si è assistito alla distruzione sistematica, quasi scientifica, di ogni Bene e Servizio pubblico favorendo, piuttosto, l’ingresso di società private, nella gestione dei servizi, quasi tutte sciolte per mafia e inadempienti ai più elementari accordi contratti con gli Enti.
L’Allarme ATAM era stato lanciato già il 25 novembre scorso quando fu annunciato lo sciopero sciopero del 6 dicembre con un appello chiaro sulla stampa: “Un intervento straordinario per salvare l’ATAM dal tracollo in cui 30 milioni di euro di debiti pregressi rischiano di trascinarla. La vertenza arriva alla svolta o si interviene o lo spettro default si avvicina..”
Da allora nessun intervento risolutivo ed oggi la “sorpresa”.
La soluzione di “tutti i mali” prodotta dalla Regione è dunque che paghino i cittadini con un aumento del 30% dei biglietti incurante, ancora una volta, dello stato di “disperazione” dell’economia cittadina.
Noi ci muoveremo da subito a tutela degli utenti con iniziative anche eclatanti per ribadire un fermo “NO” a questa malsana visione politica.
Chiediamo ai cittadini tutti di unirsi alla nostra indignazione pretendendo chiarimenti sulle modalità di gestione del settore trasporti da parte della Regione Calabria in primis e sullo stato oggettivo delle casse e del servizio da parte degli stessi amministratori ATAM.
Sono i peggiori “Auguri 2014” della Regione Calabria
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