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Di seguito le parole della deputata del Movimento 5 stelle, Dalila Nesci:
«Il decreto dirigenziale sul centro di riferimento regionale di Endocrinochirurgia al policlinico Mater Domini rappresenta la punta dell’iceberg di scelte clientelari nell’ambito della struttura commissariale». L’ha scritto la deputata M5s Dalila Nesci in una lettera al commissario alla sanità calabrese, Massimo Scura, per conoscenza indirizzata ai ministri della Salute e dell’Economia, al tavolo di verifica degli adempimenti, al dg della programmazione sanitaria nazionale, al governatore regionale, al suo vice e al dg della Regione Calabria a capo del dipartimento Tutela della Salute.
Ribadendo l’illegittimità giuridica del commissariamento della sanità calabrese, formalizzata in una recente interrogazione parlamentare, nella missiva l’esponente 5 stelle denuncia «una difformità di comportamento dei Ministeri affiancanti, a fronte di situazioni identiche», che «svela un particolare riguardo del Ministero della Salute nei confronti del sub-commissario Urbani». Il riferimento preciso è ai decreti commissariali n. 18 e n. 109 del 2015, entrambi firmati soltanto dal commissario Scura: l’uno accolto dalla burocrazia ministeriale; l’altro, di revoca del provvedimento sull’Endocrinochirurgia, invece dichiarato «irricevibile». Rispetto a questa difformità, ha anticipato la deputata Nesci al commissario Scura, «in tempi brevi inoltrerò specifico esposto». Più avanti, nella stessa lettera, sulla vicenda dell’Endocrinochirurgia l’affondo della parlamentare M5s al dg del dipartimento regionale Tutela della Salute, Riccardo Fatarella: «prima si rifiuta di firmare la proposta di decreto commissariale in quanto non la condivide e, subito dopo, ne recepisce in toto i contenuti per trasformali in proprio decreto esecutivo», come se tra Urbani e Fatarella vi fosse un asse, una sorta di alleanza.
Ancora, nella sua lettera Nesci mette in guardia Scura dal fatto che i decreti da rifare sono opera del sub-commissario Urbani: dal riassetto della rete sanitaria ai nuovi budget, con benefici per una struttura privata che, tra l’altro, si è vista «assegnare ulteriori 23 posti letto». Mentre, ha precisato la deputata M5s: «Urbani ha tralasciato di individuare il fabbisogno di posti letto di natura oncologica, che costituisce la prima voce di migrazione sanitaria della nostra regione». E, ancora, sul diniego dell’autorizzazione al Marrelli Hospital di Crotone, contestando la motivazione resa da Urbani, che ha addossato l’errore ai tecnici del dipartimento, la parlamentare ha scritto a Scura: «Se non sente proprie la capacità e la competenza, Urbani abbandoni i suoi 178 mila euro annui e torni alle occupazioni primarie». «La Procura di Catanzaro – ha aggiunto Nesci – dovrà, prima o poi, concludere anche le indagini sull’esposto, presentato dal collega deputato M5s Paolo Parentela, circa le presenze di Urbani, il quale ha un’indennità accessoria del 20% sulla retribuzione, proprio per la presenza continuativa presso il dipartimento. Il Ministero della Salute, pur conoscendo la situazione economica della Regione Calabria e pur consapevole degli enormi sacrifici imposti ai calabresi, ha vergognosamente ritenuto opportuno raddoppiare le retribuzione di Urbani, con tanti saluti ai licenziati e disoccupati».
«Sulla base delle vicende finora descritte – conclude la lettera di Nesci a Scura – ho motivo di ritenere che la struttura commissariale abbia assunto una chiara fisionomia e attività politico-clientelare, che nulla ha da vedere con la corretta riorganizzazione del sistema sanitario regionale. Poiché non mi è chiaro se di ciò lei ne sia consapevole o se si limiti a seguire direttive superiori; visto che l’ultimo parere del dirigente generale del Ministero della Sanità, dott. Botti, assegna un potere di veto al sub-commissario prediletto dal Ministro Lorenzin rispetto all’azione del commissario, le chiedo un incontro per affrontare la questione».
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