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Le manifestazioni di protesta al porto di Reggio sono ormai pane quotidiano. Non passa giorno, infatti, senza che i numerosi pendolari – studenti e lavoratori – che attraversano lo Stretto sugli aliscafi di Metromare siano costretti a palesare tutta la loro indignazione contro gli estenuanti ritardi e l’eliminazione delle corse.
Anche stamattina è andata in onda la medesima scena, con gli aliscafi delle 7.40, 8.30 e 9.10 che sono salpati dal porto di Reggio alla volta di Messina con ritardi fino ad un’ora e mezza rispetto alla tabella di marcia. L’aria era talmente incandescente che sul posto ci sono stati dei tafferugli con tanto di intervento delle forze dell’ordine.
Una situazione insopportabile, che offende non solo la dignità e i diritti dei pendolari, costretti sovente ad assentarsi sul lavoro o dalle lezioni e ad effettuare continui recuperi per colpe non loro, ma che mina l’immagine delle istituzioni locali con cui Metromare ha assunto degli impegni. Impegni, come si vede, completamente disattesi dal consorzio formato da Rfi Spa e Ustica Lines Spa, che di recente – a fronte di un servizio che fa acqua da tutte le parti – addirittura ha provveduto ad aumentare del 60% i prezzi dei biglietti.
Duole dover constatare, ancora una volta, come in un territorio dove si fa tanta aria fritta su ponti irrealizzabili e nebulose aree metropolitane, i collegamenti via mare tra le due sponde dello Stretto siano all’anno zero.
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