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Il ministro Gelmini e il governo Berlusconi continuano imperterriti nella loro azione devastante che mira a demolire la scuola pubblica italiana.
E’ di questi giorni, infatti, l’annuncio dell’ennesimo taglio che il ministero guidato dalla Gelmini si accinge a fare sull’organico del personale ATA per il prossimo anno scolastico 2011/2012.
Si parla di una riduzione dell’organico di circa 15.000 unità, il che significa concretamente 15.000 posti di lavoro in meno solo per quanto riguarda il personale ATA ( Direttori Servizi Generali e Amministrativi, Assistenti Amministrativi, Assistenti Tecnici e Collaboratori Scolastici).
Siamo di fronte ad un governo antipopolare che, incurante della gravissima crisi economica e sociale che vive il paese e del peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro di milioni e milioni di cittadini, prosegue nella sua sistematica controriforma della scuola che rappresenta un vero e proprio massacro sociale e che colpisce al cuore il diritto allo studio e la qualità del sistema scolastico nazionale.
Anche la Calabria continuerà a pagare un prezzo altissimo sull’altare delle politiche neoliberiste e di privatizzazione selvaggia della scuola che il governo Berlusconi sta portando avanti.
Saranno centinaia e centinaia i posti che verranno cancellati, si parla addirittura di oltre 1.000 posti di lavoro che rischiano di scomparire con il provvedimento di taglio dell’organico del personale ATA annunciato dalla Gelmini e che determineranno nuovi problemi di funzionalità per le istituzioni scolastiche, compromettendo il buon andamento e la qualità del servizio.
Ciò significa che moltissimi lavoratori rimarranno a casa e perderanno anche il lavoro precario di cui fruivano, andando ad aggiungersi all’esercito di senza lavoro qualificati e laureati che in tre anni, da quando è partita la controriforma scolastica della destra, sono stati espulsi dal mondo del lavoro scolastico.
E’ davvero giunta l’ora di dire basta al governo dei tagli contro i lavoratori e delle leggi ad personam a favore di Berlusconi. Deve finire la politica dei tagli che punta a favorire la scuola privata. Occorre, invece, fare nuove scelte in termini di investimenti per l’istruzione e la formazione.
Oggi più mai emerge chiaramente che i paesi che investono sulla ricerca, sul sapere, sull’istruzione e sulla cultura sono tra quelli più dinamici e più in fase di crescita, mentre l’Italia arranca stancamente nelle retrovie dei paesi europei attanagliata da una crisi che questo governo di casta vuole scaricare sulle spalle dei lavoratori, dei precari, dei disoccupati e dei ceti più deboli.
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