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Continua il massacro sociale del governo Berlusconi-Bossi che infierisce sulla scuola italiana e calabrese. E’ di qualche giorno fa lo schema di decreto ministeriale sugli organici del personale ATA per l’anno scolastico 2011/12, che conferma quanto noi da tempo abbiamo fortemente denunciato.
Finita la campagna elettorale, ancora una volta le promesse di Berlusconi si rivelano false e menzognere. Una vera e propria presa in giro per i lavoratori e i cittadini.
Si sono dissolte come neve al sole le 65.000 assunzioni di cui si favoleggiava nella propaganda del regime berlusconiano, mentre i tagli agli organici diventano una concreta realtà, una nuova batosta ai danni dei lavoratori e delle lavoratrici precari della scuola italiana e calabrese.
La scuola calabrese viene ancora una volta penalizzata in modo cinico dalla bresciana ministro Gelmini che della Calabria si è ricordata solo quando doveva passare l’esame di procuratore legale.
I tagli previsti e annunciati dal ministero per il personale ATA sono massicci e colpiscono tutti i profili professionali. Sono circa 1.500 i posti di lavoro che solo in Calabria e solo nell’ambito del personale ATA saranno cancellati (14 DSGA; 158 Assistenti Amministrativi; 40 Assistenti Tecnici; 1200 collaboratori scolastici).
1.500 lavoratori precari rischiano di essere espulsi dal mondo del lavoro, creando una nuova sacca di disoccupati in una realtà fragile e debole sul piano economico, sociale ed occupazionale.
Ciò determinerà un ulteriore abbassamento della qualità del servizio scolastico, un declassamento dell’offerta formativa e una pesante riduzione del diritto allo studio.
Si tratta del colpo finale arrecato alla scuola calabrese, all’occupazione e al diritto alla studio dei giovani e degli studenti.
Infatti, con questo ennesimo taglio dell’organico, la Calabria viene relegata in coda tra le regioni italiane e l’offerta formativa che la scuola sarà capace di erogare rischia di essere fortemente compromessa, nonostante la dedizione e lo spirito di sacrificio dimostrato dai dirigenti, dagli insegnanti e dal personale ATA che giornalmente tengono in piedi una baracca che fa acqua da tutte le parti.
E’ necessario bloccare questo processo sciagurato per difendere e rilanciare la qualità del servizio scolastico e per dare una speranza di futuro a migliaia di insegnanti e lavoratori scolastici precari, che sono oggi condannati se tutto va bene ad un lavoro precario a vita.
Diciamo no ai tagli e ai licenziamenti di massa e diciamo si all’ampliamento dell’offerta formativa e all’estensione del tempo pieno.
E’ necessario respingere questa gravissima minaccia al futuro della scuola calabrese.
La Regione, le Province e gli Enti locali non possono stare a guardare senza reagire e senza difendere i lavoratori precari e il diritto allo studio. Bisogna chiedere un cambiamento radicale nella politica scolastica del governo Berlusconi.
Pertanto, per scongiurare gli effetti nefasti sulla Calabria delle politiche e delle scelte governative chiediamo che, finalmente, il Presidente Scopelliti faccia sentire la voce della regione, difendendone gli interessi, senza continuare a subire passivamente operazioni che colpiscono la scuola calabrese, riducono drasticamente l’occupazione e abbassano la qualità del servizio scolastico.
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