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Nelle moderne democrazie i popoli conferiscono ai governanti una delega di rappresentanza. Il governo in buona sostanza opera in rappresentanza dei cittadini e – almeno dovrebbe – aver cura di tutelare gli interessi generali, soddisfare i bisogni sociali, avere un’attenzione particolare per le aree depresse, per le fasce sociali bisognose ed anche contribuire allo sviluppo economico.
Un po’, insomma, come il buon padre di famiglia. Questo è quanto i cittadini si aspettano da un Buon Governo.
In Italia, purtroppo, stiamo vivendo l’esempio opposto.
Un Governo che ha badato a tutelare solo gli interessi personali e particolari del Presidente del Consiglio e di chi con lui ha condiviso in questi anni il Governo!
Un Governo che anzichè guardare all’Italia intera, ha badato solo al NORD del Paese preoccupato di non rompere l’alleanza con la Lega! Un Governo che ha tutelato il patrimonio dei ricchi e che ha utilizzato i mass-media per ingannare i cittadini attraverso slogan vuoti e demagogici, con trasmissioni futili che hanno distratto la popolazione dai problemi reali del Paese.
Anzi Berlusconi con il suo Governo ha fatto di peggio: in una fase economica recessiva, gli insegnamenti di macroeconomia, avrebbero suggerito politiche di sviluppo utili ad incentivare la crescita e l’occupazione.
Così suggerì Keines al Governo degli Stati Uniti nella crisi del 1929; così ha fatto il Governo Tedesco nell’attuale fase recessiva.
Il nostro (di chi?) Governo, invece, sventolando lo spauracchio del pareggio di bilancio, dei parametri di Mastrich, si è solo preoccupato di aumentare le entrate (non mettendo le mani nelle tasche degli Italiani – questo lo slogan di Berlusconi !!!! ).
Invece lo ha fatto al di là della propaganda ed a discapito delle fasce più deboli attraverso l’aumento delle imposte indirette, portando gli Enti Locali ad aumentare le tasse, in quanto il Governo ha ridotto i trasferimenti. Così i cittadini che vivono di stipendio si trovano oggi a pagare l’addizionale comunale e regionale in misura massima. Insomma una maniera ipocrita di mettere le mani nelle tasche degli italiani, ma esponendo gli enti locali.
Ha, altresì, applicato il meccanismo dei tagli lineari, così facendo ha, via via, distrutto lo “ Stato Sociale ”: Scuola, Università, Giustizia.
Un governo che ha messo in secondo piano l’impegno per la crescita delle imprese e delle realtà industriali ed artigianali costringendo le imprese ad andare via dall’Italia.
Ma soprattutto stà scomparendo la speranza, per le famiglie, di vedere un futuro lavorativo per le giovani generazioni.
Adesso stiamo vivendo l’epilogo finale: la manovra di luglio ha ferito un paese già in enorme difficoltà. Quella in corso di preparazione ove fosse approvata comunque ed in quale forma definitiva verrà approvata, provocherà danni irreversibili.
Basta questo per suscitare l’indignazione?
Certamente sì. Ma indignarsi non basta, occorre costruire una reazione che porti a far diventare azione collettiva la indignazione dei tanti individui indignati.
Per i giovani che non hanno futuro;
per i lavoratori che perdono il posto di lavoro;
per i lavoratori privi di ogni norma di sicurezza;
per il SUD che vive la sensazione di essere considerato un peso, come qualche Ministro si è lasciato sfuggire.
E’ per questo che abbiamo colto con piacere la decisione della CGIL di indire lo sciopero generale e, convinti della assoluta necessità di far sentire alta e decisa la voce dell’indignazione, ADERIREMO allo sciopero ed invitiamo tutti i nostri iscritti, ma anche tutti coloro che non si riconoscono nelle scelte di questo Governo, a partecipare allo sciopero del 6 settembre per dire basta al Berlusconismo e per ridare all’Italia un governo degno di questo nome.
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