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Abbiamo appreso che il Presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, è ufficialmente entrato nell’inchiesta della Procura della Repubblica di Reggio Calabria sul caso–Fallara ed è indagato per il reato di abuso d’ufficio.
Contestualmente abbiamo notato che lo stesso Scopelliti, solitamente logorroico e torrenziale nelle sue molteplici quotidiane dichiarazioni alla stampa e nel rapporto con i media, si è improvvisamente convertito al silenzio. Anzi, al quasi mutismo.
Infatti, il presidente Scopelliti dopo essere stato sottoposto, qualche giorno fa, ad un interrogatorio-fiume, durato ben tre ore, da parte del Procuratore Pignatone, dell’aggiunto Sferlazza e dei pm Francesco Tripodi e Sara Ombra, ha, testualmente, commentato il suo coinvolgimento giudiziario con la balbettante e banalissima affermazione “sono molto sereno e fiducioso”.
Dopo oltre otto anni di dominio e di gestione del Comune di Reggio contraddistinti da un potere assoluto e da un metodo amministrativo caratterizzato dalla distribuzione di posti, incarichi e poltrone ad amici e sodali, l’indagato Scopelliti non sente il dovere etico e morale di dare, ai cittadini di Reggio e alla più vasta opinione pubblica, risposte concrete e giustificazioni credibili sulla pesantissima e drammatica vicenda-Fallara, sul fiume di denaro pubblico sperperato per liquidazioni di vari dirigenti comunali, sulla nomina dei tantissimi dirigenti comunali esterni all’amministrazione su base strettamente fiduciaria e sui mandati di pagamento per importi di centinaia di migliaia di euro emessi a favore dell’arch. Labate per lavori, come ammesso dallo stesso Labate, mai svolti.
Insomma, dopo avere portato le casse del Comune al tracollo e al dissesto finanziario con un debito ormai incalcolabile e con migliaia di creditori – lavoratori delle società miste senza stipendio da parecchi mesi, imprenditori, commercianti e fornitori sull’orlo del fallimento e singoli esausti cittadini – allo stremo ed in inutile attesa, il presidente della Regione ed ex sindaco della città Scopelliti si limita ad essere, semplicemente, sereno e fiducioso.
Vergogna!!! Un vero e proprio schiaffo a tutta la popolazione, a partire, e principalmente, da coloro che l’hanno votato, che pretende chiarezza e verità: Reggio e i reggini, la Calabria e i calabresi si aspettavano risposte precise e concrete su una gravissima vicenda che ha rappresentato il palese e palpabile fallimento della gestione amministrativa di Scopelliti e del famigerato modello–Reggio.
Auspichiamo, pertanto, che l’indagine della Magistratura prosegua senza sosta per scoperchiare definitivamente il putrido e gelatinoso verminaio che si annida dentro Palazzo S. Giorgio e per ridare un necessario segnale di speranza, a tutti i cittadini, sul valore alto della Giustizia anche nella città di Reggio Calabria.
Prendiamo atto che i tanti giustizialisti “ad intermittenza” del PDL pronti, fino a ieri, a crocifiggere qualsiasi persona sfiorata da indagini sono improvvisamente scomparsi.
Si sono dileguati e hanno fatto perdere le loro tracce riscoprendo, tutto ad un tratto, uno pseudo-garantismo che, per lorsignori, equivale ad una sorta di totale impunità valida, però, solo ed esclusivamente per i potenti e gli intoccabili.
Contestualmente registriamo il pesante e soffocante livello di assoluta trasversalità che opprime la politica, le istituzioni e la società calabresi: nessun esponente politico ha avuto il coraggio di riprendere e denunciare la grave vicenda che vede il presidente della Regione Scopelliti indagato per il reato di abuso d’ufficio.
Ha, quindi, ragione il battagliero leader del movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, quando evidenzia su questa vicenda il pesantissimo silenzio assordante di tutti i consiglieri regionali della Calabria, nessuno escluso.
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