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Il risultato straordinario e per tanti aspetti imprevisto dei Referendum impone serie riflessioni politiche.
Innanzitutto, và rivolto un grande ringraziamento ai tantissimi elettori ed elettrici che hanno deciso di votare e che con il loro voto hanno realizzato un risultato storico.
Per la prima volta, dopo tanti anni, è stata, infatti, superata la soglia del quorum del 50%; traguardo ormai quasi ritenuto insuperabile visti gli esiti degli altri referendum proposti negli ultimi anni.
Tanto più che il risultato è altrettanto rilevante per i temi che erano oggetto dei quesiti referendari.
I cittadini, infatti, hanno scelto di dare una svolta alle politiche energetiche dell’Italia mirando alle energie pulite mentre, un Governo irresponsabile stava portando il nostro paese verso la via del nucleare e verso la privatizzazione di un bene primario come l’acqua; hanno scelto anche la via della legalità e dell’uguaglianza sociale con il “SI” per l’abrogazione del legittimo impedimento che rappresentava un ingiusto privilegio a favore di pochissimi ed a dispetto del principio costituzionale che “La giustizia è uguale per tutti”.
Ma sicuramente il primo e più importante ringraziamento deve essere rivolto a chi, nell’indifferenza generale, nell’apatia collettiva, nel pieno adagio del pensiero unico che sembrava aver invaso anche il centro sinistra, ha avuto il coraggio di portare avanti la battaglia referendaria con la raccolta delle tantissime firme apposte dai cittadini.
Quella stagione politica è stata squarciata dai comitati organizzatori e da alcuni Partiti della Sinistra, (IDV, PdCI ed altri) che hanno creduto che è arrivato il momento di riprendere la battaglia delle idee, pur nel silenzio del Partito Democratico che nella prima fase non riusciva – come spesso è accaduto negli ultimi tempi – ad assumere una decisione.
Per quanto ci riguarda ringraziamo i nostri giovani che in tutta l’Italia ma anche nella nostra città hanno raccolto tantissime firme.
Insomma il combinato disposto tra movimenti, associazioni cattoliche e Partiti della Sinistra ha dimostrato che la battaglia delle idee e dei valori è ancor oggi è possibile.
Certo non ha vinto un partito o un movimento; ha vinto la democrazia che, come è noto, etimologicamente, significa “governo del popolo” e con il voto referendario il popolo ha scelto di non condividere le scelte del Governo ed ha scelto di proporre un’altra via per il futuro e per le prossime generazioni.
Ma dietro questa prima riflessione crediamo che ce ne sia una più prettamente politica. Questa volta quel mondo che aveva – e ci ha creduto per anni – creduto nel liberalismo berlusconiano, non è andato a votare. E’ andato a votare invece quel grande popolo cattolico e di sinistra che è fatto di tanti uomini e donne che crede nei valori e nei principi negli ultimi anni in tanta parte era rimasto a casa, non era andato a votare in quanto evidentemente non vedeva un progetto convincente e credibile.
C’è insomma un risveglio, una rinascita culturale, civile e sociale. Quanto i partiti, sapranno tradurre in agire politico l’indignazione collettiva che vien fuori dal voto referendario? Questa è la sfida del prossimo futuro. Se questa è la sfida noi diciamo che ci siamo, che siamo pronti a dar voce a tale rinnovata passione politica, che siamo pronti ad accompagnare questo ceto sociale che vuole riprendersi il governo delle idee, che vuole riappropriarsi del primato della politica; quella che affronta i problemi e non quella delle favole.
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