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Davvero pesanti e preoccupanti i dati sull’economia regionale calabrese che emergono dall’ultimo rapporto semestrale di Bankitalia. Il tasso di disoccupazione è altissimo e superiore a quello delle altre Regioni del Sud, il turismo è in calo, il settore dell’industria, soprattutto quello delle costruzioni, è al tracollo.
Il tutto facilita l’aumento della pervasività della ‘ndrangheta nella già scarsa economia legale presente in Calabria.
Nello scorso mese di luglio eravamo già stati messi a conoscenza dall’Istituto di statistica dell’indice di povertà (27,4%) che viene registrato per le famiglie calabresi. Appare, quindi, comprensibile il motivo per cui la Calabria non è competitiva e finisce al 233° posto su 262 regioni nella classifica delle regioni più competitive d’Europa.
A ciò vanno aggiunte le situazioni emergenziali dei settori sanità, ambiente, trasporti, infrastrutture aggravate dall’incuria dell’amministrazione e del consiglio regionale che, per come si evince anche dall’ultima relazione annuale della Corte dei Conti, mantengono fragili gli equilibri finanziari.
I tagli alla spesa per la regione Calabria sono un “optional”: permangono incarichi di consulenze conferiti a soggetti esterni all’amministrazione non pubblicati sul sito internet per come richiesto dalle norme vigenti; le spese di rappresentanza, secondo la Cdc, non appaiono sempre “funzionali al compimento dei fini istituzionali dell’ente pubblico”; nonostante l’aumento massimo delle aliquote Irpef e Irap, che gravano su cittadini e imprese, si registra una contrazione del 2% delle entrate relative ai tributi della regione; nel 2012 è cresciuto l’indebitamento rispetto al 2011; sono stati stabilizzati senza concorso pubblico sei giornalisti dell’ufficio comunicazione regionale; sono state varate leggi regionali senza alcuna preoccupazione dell’impatto economico sulle casse pubbliche.
La rendicontazione dei gruppi regionali consiliari della Calabria non è stata pubblicata così come, invece, richiesto dalla legge anticorruzione che dà attuazione al principio di trasparenza ed il Consiglio regionale si arroga il diritto di creare un conflitto con la Magistratura contabile che aveva contestato la “non regolarità” delle note dei gruppi regionali.
E nel mentre la Calabria sprofonda, i rappresentanti regionali dei principali partiti politici pensano solo a garantirsi le posizioni più comode all’interno dei rispettivi schieramenti, al fine di mantenere il supporto al loro potere.
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