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La chiusura del porto di Gioia Tauro, avvenuta per la prima volta dopo 15 anni, rappresenta il chiaro segnale di una grave crisi che potrebbe avere riflessi e conseguenze assai più pesanti, mettendo in discussione il futuro produttivo dell’infrastruttura e il destino occupazionale di migliaia e migliaia di lavoratori e lavoratrici.
Se situazioni di questo genere si dovessero ripetere saremmo di fronte ad un vero disastro per la Calabria e per l’Italia.
Per questo si tratta di una questione che non può essere affatto sottovalutata.
Il porto di Gioia Tauro rappresenta una delle pochissime eccellenze della regione e non può essere abbandonato al suo destino senza che ci sia una forte ed adeguata iniziativa politica, sociale e d istituzionale per difendere un patrimonio comune ed una grande conquista collettiva.
E’ evidente che la crisi del porto è anche il frutto delle scellerate politiche leghiste del governo nazionale che punta, contro ogni logica e convenienza, a favorire Trieste a discapito dfi gioia Tauro. E’ giunto, quindi, il momento di chiedere conto a Berlusconi che si riempie la bocca parlando di Sud, ma contemporaneamente agisce ed opera contro il Mezzogiorno e la Calabria, con scelte penalizzanti e con un continuo scippo delle risorse destinate a questo territorio.
Il governo nazionale, uscendo degli equivoci e dalle ambiguità, deve dirci, finalmente, qual è il posto che intende assegnare a Gioia Tauro nell’ambito del sistema portuale italiano.
Ma, cosa possiamo aspettarci dal Governo Nazionale se la Regione Calabria guidata da Scopelliti e dal centrodestra si è totalmente dimenticata del porto di Gioia Tauro e delle sue problematiche.
Non possiamo certo dimenticare che il Presidente della Regione Scopelliti nella sua relazione programmatica resa il 19 maggio al Consiglio Regionale non ha mai nominato, neppure per sbaglio, il porto di Gioia Tauro, dimostrando fin da allora il suo totale distacco e la sua completa incapacità di comprendere l’importanza strategica vitale che il porto di Gioia Tauro assume per l’intera regione.
La politica leghista del governo Berlusconi, la latitanza e l’immobilismo della Giunta Scopelliti insieme alla grave crisi internazionale costituiscono una miscela esplosiva su cui rischia di deflagrare il porto di Gioia Tauro e con esso le speranze di tutta la Calabria.
Non possiamo accettare passivamente che tutto questo accada.
E’ necessario quindi, che venga aperto un tavolo di confronto a Roma con il governo, con le parti sociali e con le istituzioni per discutere sul futuro di Gioia Tauro.
Per sostenere questa richiesta e per spingere verso una soluzione positiva è necessaria ed opportuna una grande mobilitazione popolare della Piana e della Calabria per difendere con il porto, la prospettiva di crescita e di sviluppo dell’intera regione.
IL SEGRETARIO REGIONALE DEL PdCI
MICHELANGELO TRIPODI
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