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Attraverso l’entrata in vigore della legge riguardante il federalismo fiscale, saranno le città del Sud a rimetterci tantissimo, il pericolo riguarda precisamente la redistribuzione delle risorse.
Saranno i capoluoghi di provincia ed in particolare l’Aquila che perderà addirittura il 66% delle risorse e Napoli il 61% a ricevere minori trasferimenti così come emerge chiaro dai dati diramati dal Copaff e dagli studi messi in campo dal Partito Democratico.
Una situazione grave se paragonata ai trasferimenti relativi al 2010 e che vedono in Sud Italia in una situazione di vivo e pieno disagio proprio perchè a danno di quelle realtà che hanno maggiori necessità.
La riforma per come è pensata si disinteressa degli effetti complessivi vista l’assenza dei dati sulla finanza pubblica.
Il federalismo di cui noi possiamo avere bisogno può esistere se accompagnato da un progetto di riforma utile al paese sostenuto da politiche adeguate, oggi invece tutto sembra molto aleatorio e vago,a tratti anche contraddittorio della riforma del Titolo V della nostra Costituzione, ma soprattutto sembra progettato in chiave nordista e questo è il dato più preoccupante perché diritti civili e sociali diventano azionabili solo nelle regioni dove sussistono risorse sufficienti dimenticando invece quelle che invece necessitano del supporto e dell’investimento dello stato e di una legislazione di sostegno,concretamente avremmo così diritti variabili e territoriali in contrasto ad uno schema cooperativo che avrebbe più senso,specie in un paese come l’Italia che è a due velocità,un Italia che vive di un dualismo economico finanziario tra Nord e Sud .
Riteniamo sia necessaria un analisi economica per individuare quale tipo di federalismo sia possibile ripartendo proprio dalle letture di Richard Musgrave ed evitando il pericolo che l’Italia rimanga un paese bloccato,auspichiamo quindi un federalismo che sia del popolo e non dei territori,che guardi alle autonomie locali ma che sia orientato sulla e dalla nostra carta costituzionale.
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