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Il primo meeting nazionale sulla legalità che come organizzazione giovanile abbiamo realizzato proprio a Rosarno, ha voluto aprire una discussione tra le nuove generazioni circa l’importanza della questione morale per chiunque si affacci al mondo della politica e circa la necessità di mantenere alta l’attenzione sulla esigenza di giustizia e legalità partendo proprio dalla regione Calabria, troppo spesso protagonista delle cronache nazionali per fatti collegati alla invasività della criminalità organizzata.
Dobbiamo promuovere una cultura della legalità che sia sentire comune di tutti e sarebbe importante che questa discussione parta proprio nelle scuole e nelle Università.
Grazie al lavoro messo in campo dalla DDA di Reggio Calabria prosegue incessante la sfida per colpire e svelare i rapporti di collusione che coinvolgono esponenti di rilievo della politica, emblematico è stato l’arresto di un consigliere regionale del Pdl ; rappresentanti delle forze di polizia; affaristi e capi della ‘ndrangheta.
Una serie di insiemi concentrici, di interessi convergenti che proprio le forze politiche dovrebbero contribuire ad arginare, ad allontanare e rompere ma questo, purtroppo, non è stato fatto neppure alle ultime elezioni regionali per il rinnovo del consiglio regionale della Calabria.
Sarebbe importante che si velocizzasse l’importante e delicato lavoro della commissione nazionale Anti Mafia nel rendere noti i risultati della sua indagine sulle candidature, in particolare i nomi dei candidati non conformi con il codice di autoregolamentazione e quelli dei candidati che avevano appoggiato. Questo, potrebbe essere un primo passo, certo non risolutivo, ma importante per ricostruire una prima mappatura di come si è concretizzato un certo tipo di consenso attorno a certe candidature.
E’ stata importante l’approvazione con voto bipartisan del Ddl Lazzati ma questo da solo non basta, in Calabria va restituita la politica ai cittadini, va ripristinato il voto libero, è quindi indispensabile portare in parlamento la modifica del reato di voto di scambio politico mafioso, includendo nella norma non solo lo scambio tra soldi e voti ma anche quello tra voti e appalti ed altri affari.
La criminalità organizzata oggi, non è più quella sanguinaria degli anni novanta, ma quella che convive nella società che entra nelle istituzioni, perfino quelle universitarie per cercare di controllare, gestire e indirizzare che interviene nella finanza e nel mercato e noi dobbiamo proporci come alternativi a questo modello.
Noi Giovani Democratici siamo dalla parte della legalità del rispetto delle regole e dalla Calabria emerge ancora più forte tra i giovani l’esigenza di trasparenza e giustizia per una Calabria più sana per un paese più democratico.
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