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Dietro la sollecitazione di circa 800 lavoratori ex Formazione Professionale della Regione Calabria, che richiedono legittimamente le competenze arretrate riferite al periodo del cosiddetto servizio pre—ruolo, il Consigliere Regionale del PdL, Antonio Pizzini, chiede al Presidente Agazio Loiero la sospensione di una procedura avviata dal Direttore Generale del Personale, Antonio Izzo, che dimostra nei suoi atti l’incredibile confusione che persiste nella burocrazia regionale. “Il Governatore e il suo assessore al ramo, Carmela Frascà, dopo ben dieci anni e nel pieno della campagna elettorale hanno dato disposizione al Dirigente Generale del Dipartimento Organizzazione e Personale di attivare, in base alla legge 241/90, un procedimento di ripetizione delle somme erogate a questi dipendenti. Non si capisce se questa sia una forma di ricatto politico nei confronti di qualificati lavoratori, già vincitori di concorso nel 1981, o l’esigenza di creare l’ennesimo gruppo di lavoro per pagare qualche progetto sotto campagna elettorale”. Su questa vicenda si sono spesi molti atti che hanno impegnato dal 1979 ad oggi tanto il Consiglio quanto la Giunta Regionale, che nel tempo hanno approvato delibere, decreti, atti amministrativi, mozioni, ordini del giorno e interrogazioni. A tutti questi atti si è data parziale risposta solo nel 2001 con il riconoscimento del credito vantato da tutti gli 809 dipendenti regionali facenti parte delle LL.RR. 8/80 e 18/85 e pubblicato sul BURC. A fianco di tali somme anche quelle da riconoscere ad una prima Commissione di esperti, nominata nel 1994 e per cui fu stabilito un impegno di spesa di ben 92milioni di lire, e ad una seconda Commissione, nominata nel 1997 con una spesa impegnata di 42milioni di vecchie lire. Senza trovare logica risposta, pare che a questi Commissari non sia stata avanzata alcuna richiesta di restituzione delle somme. Invece, solo oggi, dopo circa 40 anni dal primo atto prodotto dal Consiglio Regionale, ci si accorgerebbe che il 50% del capitale riconosciuto ed erogato a questi dipendenti non era dovuto, avviando una procedura piuttosto discutibile sotto il profilo giuridico in quanto carente di motivazioni e legittimità. “Il Direttore Izzo – prosegue nella denuncia l’esponente regionale – nella sua relazione, afferma che nell’attivare la procedura di ripetizione delle somme erogate ha pagato 233 dipendenti con il 50% del capitale riconosciuto ed altri 49 dipendenti con vittoria di sentenza (cui aggiungere capitale ed interessi), mentre altri 282 dipendenti non hanno ritirato l’assegno personale già intestato. A tal proposito, dietro attenta verifica della veridicità dei fatti, mi chiedo che fine abbiano fatto quegli assegni non trasferibili e mai ritirati”. A farsi bene due conti sembra che solo 564 dipendenti abbiano percepito le somme, o quantomeno sono stati considerati nella relazione del Direttore Generale del Personale. Ma che fine hanno fatto allora gli altri 205 dipendenti menzionati nel decreto di liquidazione n. 1504 del 12 aprile 2000? Ci sono poi degli atti risalenti al 25 luglio 2001 (DDG n. 7371) nei quali sembra che a seguito di decreti ingiuntivi esecutivi solo una certa percentuale di dipendenti sia stata pagata dalla Regione e che questa non abbia mai impugnato tali azioni. Appare quanto meno strano che non si riesca a conoscere i nomi di questi dipendenti, quasi siano stati secretati. “Alla luce di quanto denunciato da centinaia di dipendenti della Regione – conclude l’on. Pizzini – invito il Presidente Loiero e l’Assessore Frascà ad attivare con urgenza ogni atto utile per sospendere tale procedura avviata dal Direttore Generale del Personale, essendo gli atti prodotti dagli organi dell’Ente conseguenti ad un deliberato del Consiglio Regionale che risale al 16 novembre 1979. Per i più fortunati, possiamo parlare di un credito certo, liquido ed esigibile, per come riconosciuto da sentenze del TAR, del Giudice Ordinario, del Consiglio di Stato e della Cassazione. Per quelli meno fortunati, che hanno ricevuto allora solo 6milioni di lire, a fronte di centinaia di migliaia di euro già pagati, dopo ben 40 anni viene invece presentata la beffa di dover restituire anche quella cifra. Proprio perché siamo a fine legislatura, sarebbe opportuno rispettare l’ordine del giorno approvato all’unanimità nella 49a seduta del 29 maggio 2008 in cui la Giunta Regionale veniva impegnata dal Consiglio alla verifica e definizione della vertenza”.
On. Antonio Pizzini
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