Reggio Calabria, PdCI su morte giovane operaio sui cantieri dell’A3 Salerno-Reggio Calabria

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I lavoratori continuano a morire nella più totale indifferenza sui cantieri dell’A3 Salerno-Reggio C.

Sabato un giovane operaio Serafino Sciarrone è morto dentro la Galleria Pacì nel cantiere tra Scilla e Villa S. Giovanni.

Persino il campionato di calcio si è fermato quando si è verificata la tragica scomparsa del calciatore Piermario Morosini. Qui invece non succede nulla e sui cantieri dell’A3 si continua  come se nulla fosse accaduto, con uno sfruttamento dei lavoratori che è insopportabile.

Gli schiavi vengono trattati meglio. Un nuovo caduto sul lavoro sacrificato sull’altare di turni massacranti e disumani, di uno sfruttamento che non c’era neanche nell’Ottocento e di una mancanza di sicurezza  che non ha alcun rispetto per la vita umana. Sono diventati davvero troppi i lavoratori caduti  sul lavoro. E’ ora di dire basta.

Non si può più parlare di fatalità o di incidente. Ormai si deve parlare apertamente di omicidi volontari in  cantieri  che sono diventati veri e propri lager di segregazione dove i lavoratori non sono più persone ma diventano solo numeri di un gioco scellerato che mette a rischio giornalmente la vita di migliaia di lavoratori.

Nel settore edile la crisi ha portato ad un generale inasprimento della concorrenza, avvelenata dal criterio del massimo ribasso e da una catena  di subappalti troppo lunga che si ripercuote sui deboli tra i deboli.

Tutto ciò è inammissibile.

L’ANAS, il general contractor Impregilo e i contraenti dei vari macrolotti, hanno responsabilità pesantissime, in primo luogo di carattere penale, per  questa lunghissima e interminabile catena di omicidi, perché così devono essere chiamati, che stanno insanguinando i cantieri dell’autostrada A3 Salerno – Reggio Calabria, specialmente nei tratti reggini e calabresi gettando nel dolore  e nello sconforto tantissime famiglie per la perdita di genitori, mariti e figli

Nei giorni scorsi Nino Botta,  segretario provinciale Filca – CISL, ha lanciato l’allarme per questa situazione insostenibili ma neanche la sua voce è stata ascoltata.

Per questo come PdCI, nell’esprimere cordoglio e vicinanza alla famiglia dell’operaio Serafino Sciarrone, chiediamo che vengano presi subito provvedimenti eccezionali. Innanzitutto si fermino i lavori, si facciano i controlli adeguati da parte dell’INAIL e dell’Ispettorato del Lavoro, si garantiscano i livelli di sicurezza necessari per tutelare la vita e l’incolumità dei lavoratori, si assicurino alla giustizia i responsabili di questi omicidi causati dalla voglia di fare più profitti possibili e di guadagnare un pugno di denaro con il sangue dei lavoratori.

E’ necessario porre fine a questa situazione intollerabile punendo in modo fermo ed esemplare i responsabili di queste tragedie che colpiscono tantissime famiglie di lavoratori, cominciando dai dirigenti dell’ANAS e dai responsabili del general contractor.

Per queste ragioni come PdCI della Calabria nei mesi scorsi abbiamo  presentato all’autorità giudiziaria un esposto denuncia contro il Presidente e Direttore Generale dell’ANAS dott. Ciucci, i dirigenti dello stesso ente nonché i contraenti generali per aver omesso di dotare  i cantieri dei necessari strumenti di sicurezza  e per aver ridotto drasticamente i livelli di sicurezza e di tutela sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria.

Evidentemente, costoro hanno preso alla lettera la vergognosa dichiarazione dell’ex ministro Tremonti che aveva affermato che la 626, cioè la normativa che garantisce la sicurezza sul lavoro, è “un lusso che non possiamo permetterci”. I risultati di questa cura  sono sotto gli occhi di tutti con i caduti sul lavoro che si moltiplicano senza più limite. In Italia nell’ultimo anno sono stati più di mille gli omicidi sul lavoro ed ancora nessuno ha pagato.

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Author: Cristina

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