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Non voglio entrare nel merito dell’operazione “Inganno”, con la quale la Dda di Reggio Calabria ha incriminato l’imprenditrice Rosy Canale con l’accusa di aver distratto i fondi assegnati all’associazione Donne di San Luca : sarà compito della magistratura fare piena luce su questa vicenda. Voglio invece analizzare un pericolo derivante da una certa aberrazione culturale tipica dei nostri tempi e cioè il trionfo dell’apparenza sui contenuti che, in questo frangente, sfocia in un’antimafia di facciata. L’immagine di una Calabria pulita e che prende le distanze dal malaffare non può prescindere dalla profonda condivisione di quest’obiettivo, una condivisione interiore spesso fondata sul sacrificio personale.
Questa vicenda – come altre simili che portano a scoprire interessi personali in dolorose vicende collettive – crea un clima d’incertezza dove i confini tra il bene ed il male perdono nettezza, favorendo quest’ultimo, nella delusione. Occorre avere punti di riferimento, nella costellazione dei valori dell’associazionismo antimafia, certi e fondati sulla passione civile, senza indulgere nella rassegnazione quando fanno capolino gli interessi privati e sospettando sempre l’eccesso di presenzialismo, tipico di altri campi della società civile.
Non basta la presenza dello Stato, ravvisabile nel lavoro felicemente portato a termine dalle forze dell’ordine e dagli inquirenti, è necessaro l’apporto della società civile e di tutti i cittadini. La cultura della legalità parte dalla diffusione della cultura tout court : il mafioso è spaventato più dalle aule scolastiche che da quelle di un tribunale.
Il fenomeno mafioso si combatte distanti da passerelle, che – pur catalizzando l’attenzione – rischiano di consegnarci un’immagine patinata e non realistica di questa battaglia, quasi da spot pubblicitario per il quale occorre pagare ; la vera guerra si combatte in trincea, in silenzio e – spesso – sotto traccia.
Le cose troppo vistose distraggono dall’essenziale, facendo dimenticare di come la realtà dei fatti sia intrisa del potere mafioso e del malaffare.
Compito del Movimento 5 Stelle sarà quello di aiutare a ristabilire un nuovo sentire nel Meridione per dare vita ad un nuovo corso per questa terra e per la Calabria, speriamo definitivo. Non dobbiamo aver bisogno di eroi e non dobbiamo aver bisogno di martiri : servono cittadini attivi che alzano la testa per controllare l’operato di una classe dirigente infedele e, al contempo, per arginare il fenomeno mafioso. Solo così allontaneremo, dalla cerchia sociale e culturale meridionale, queste malattie che stanno distruggendo la nostra società.
Mai come oggi serve una nuova etica all’interno dello Stato e non potrà essere né un marchio né un’etichetta a certificarlo ma solo un comportamento concreto.
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