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Omar Minniti scende in campo dopo gli ultimi rilievi sismografici registrati questa notta. “Questa notte i sismografi hanno registrato due scosse di terremoto nel Messinese: una tra Capo d’Orlando e Gioiosa Marea e l’altro con epicentro sui monti Peloritani. Purtroppo, non è una novità. E’ ormai da due mesi che eventi simili si stanno ripetendo, con cadenza quotidiana, tra Calabria e Sicilia. Sono, infatti, ben 55 i movimenti tellurici di magnitudo superiore a 2.0 verificatisi in quest’area, tra il 1° marzo ed oggi, dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e segnalati meticolosamente sul proprio sito web (http://cnt.rm.ingv.it/index2.html), con aggiornamenti in tempo reale. Uno di questi movimenti, quello del 2 aprile nel distretto sismico dell’Etna, ha raggiunto anche magnitudo 4.2.
Basta fare dei raffronti con le attività sismiche degli anni passati e si capisce che non si tratta di scosse di “routine”, come quelle a cui siamo abituati in un territorio “ballerino” come il nostro. Lo sciame di scosse registrato in queste settimane appare, invece, molto simile per cadenza e intensità a quello che ha avuto luogo nell’Aquilano prima della tragedia del 6 aprile di un anno fa. A ciò va aggiunto l’allarme lanciato da Enzo Boschi, presidente dell’Ingv, sulla ripresa delle attività del vulcano sommerso Marsili, il più grande d’Europa, situato nel Tirreno al largo delle coste tra Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia, che spicca fino a circa 3000 metri dal fondo marino, raggiungendo con la sommità la quota di circa 450 metri dalla superficie. Secondo Boschi, è concreto il rischio “tsunami”: “Potrebbe succedere anche domani. Le ultime indagini compiute dicono che l’edificio del vulcano non è robusto e le sue pareti sono fragili. Inoltre abbiamo misurato la camera di magma che si è formata negli ultimi anni ed è di grandi dimensioni. Tutto ci dice che il vulcano è attivo e potrebbe eruttare all’improvviso”. Pare che le eventuali onde anomale generate dal Marsili possano abbattersi, in 15-20 minuti, sulle nostre coste.
Non si tratta di elargire catastrofismo a piene mani, ma di sollecitare tutte le Autorità preposte a prepararsi ad ogni evenienza, avviando sin da subito le necessarie azioni preventive e di sensibilizzazione dell’opinione pubblica. Lunedì, proprio in contemporanea con due scosse reali avvenute in Sicilia, una grande esercitazione ha avuto luogo a Messina, dove è stato simulato un terremoto del 9° grado della scala Mercalli, con 9.838 persone interessate da crolli e una mortalità stimata del 25%. Sul versante reggino siamo ancora indietro. Qui l’ultima esercitazione di una certa importanza ha avuto luogo il 18 dicembre del 2008, in occasione del centenario del terremoto che ha martoriato lo Stretto e nell’ambito del progetto comunitario Ermes. Va segnalato anche il progetto “Scuola Sicura” , che ha visto protagoniste la Protezione Civile, la Provincia ed alcune associazioni di volontari, ed ha riguardato diversi istituti di ogni ordine e grado del nostro territorio.
Ma siamo ancora ai primi (e insufficienti) passi, specie a livello di consapevolizzazione degli abitanti delle aree più urbanizzate, in primo luogo del Comune di Reggio, dove l’abusivismo e la speculazione edilizia incontrollata hanno messo a repentaglio l’incolumità di migliaia e migliaia di persone: come hanno dimostrato recenti inchieste giornalistiche, la maggior parte degli edifici residenziali e dei palazzi pubblici non rispettano le benché minime ed obsolete norme sismiche. A rilento, se non inesistenti, anche le campagne rivolte agli abitanti delle aree costiere, quelle a fortissimo rischio maremoto e restano solo buone intenzioni i sistemi di protezione e allarme (boe e rilevatori acustici, barriere contenitrici, piani di evacuazione, costruzione di rifugi, ecc.). Tutto ciò, mentre il Governo e il nuovo Governatore della Calabria si ostinano a ritenere prioritaria la costruzione del ponte sullo Stretto: un’opera inutile, dannosa per l’ambiente e dispendiosa, che non resisterebbe ad un terremoto e uno tsunami simili a quelli del 1908 e – anche qualora dovesse reggere – sarebbe senz’altro l’unica struttura in piedi tra due immensi cimiteri di macerie sommerse dal mare. Delle amministrazioni pubbliche responsabili e consapevoli trarrebbero, invece, dai fondati allarmi di queste settimane le dovute considerazioni, destinando il grande flusso di denaro stanziato per il ponte ad grande progetto di bonifica e di messa in sicurezza delle abitazioni e delle aree costiere. L’incolumità dei cittadini vale più degli appetiti economici di imprenditori senza scrupoli e clan criminali”.
Il Consigliere provinciale
del Prc- Federazione della Sinistra,
Omar Minniti
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