Omar Minniti ed il busto di Mussolini del gruppo di An-Pdl

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Busto Mussolini

Evidentemente non sono bastate l’acqua di Fiuggi e le varie metamorfosi, che hanno portato l’MSI di Almirante a trasformarsi prima in AN e poi ad aderire al PDL  berlusconiano, a depurare dirigenti, iscritti ed amministratori di quel partito dalle scorie del ventennio fascista. Prova ne è che i due consiglieri provinciali eletti nelle liste di Alleanza Nazionale, Francesco Cananzi e Giuseppe Eraclini, oggi confluiti nel gruppo unico del Popolo della Libertà, non si vergognano di fare sfoggio di cimeli che ricordano quella brutale dittatura. Cimeli che non vengono esposti in casa propria, da privati cittadini, bensì nella sede del gruppo consiliare messa a disposizione dalla Provincia, presso il palazzo istituzionale di Piazza Italia ed aperta al pubblico.

Chi, infatti, si reca presso la stanza n. 30 del piano terra di Palazzo Foti, quella appunto assegnata a Cananzi ed Eraclini, non può fare a meno di notare l’ingombrante presenza di una grande testa bronzea di Benito Mussolini, probabilmente risalente agli anni del regime, che in posa marziale fa “bella mostra” su uno scaffale. Un’opera  perfino catalogata nell’inventario predisposto dal Settore Affari generali ed istituzionali dell’Ente. Ha un numero di codice ed una descrizione: 37925 – “Scultura in bronzo – testa del duce”. Il tutto sottoscritto e avallato dal segretario del gruppo di AN, che non è un dipendente provinciale qualsiasi, bensì Giuseppe Agliano, consigliere comunale di Reggio e delegato “all’attuazione del programma di governo” del sindaco Scopelliti.

L’esposizione del cimelio del tiranno Mussolini, oltre a violare la Costituzione italiana e la legislazione vigente (la legge 20 giugno 1952 n.645, della “legge Scelba”, punisce l’apologia del fascismo e chi “pubblicamente esalta esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche”), offende la memoria delle migliaia e migliaia di lavoratori, patrioti antifascisti, ebrei, slavi, africani ed omosessuali sterminati dalla furia antioperaia, imperialista e razzista del regime mussoliniano. E’ una vergogna che deve essere assolutamente rimossa da Palazzo Foti: se non lo faranno di propria volontà Cananzi, Eraclini e Agliano, provvedendo a darne formale comunicazione agli Affari Generali e al Settore Patrimonio, hanno l’obbligo morale di intervenire il Presidente Morabito e il capo di gabinetto dell’Ente Condipodero. Se ciò non avverrà, il sottoscritto si assumerà l’onore e l’onere di liberare, di propria iniziativa, il palazzo della Provincia di tale obbrobrioso cimelio, assumendosene tutte le responsabilità in nome dell’antifascismo militante.

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Author: Francesco Iriti

Storico Direttore di www.ntacalabria.it, ed ideatore insieme a Nino Pansera della testata ntacalabria.it, E' giornalista pubblicista dal 2008. Vive in Irlanda da circa 10 anni come Digital Marketing Manager, ma porta avanti il giornale con l'aiuto di vari collaboratori che hanno sposato il progetto di Ntacalabria.

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