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Il 20 gennaio scorso il Consiglio Regionale Calabrese ha approvato a maggioranza ed in prima lettura le modifiche allo Statuto della Regione Calabria, fortemente volute dal Governatore Mario OLIVERIO.
Un Consiglio Regionale quello eletto alle ultime consultazioni elettorali del 23 novembre 2014 che da subito ha inteso dare un forte segnale di cambiamento ed innovazione rispetto al passato, ratificando, tra l’altro, che nella composizione della futura giunta regionale il 30 per cento sia riservato alla rappresentanza femminile.
Questa immediata dimostrazione di sensibilità del nuovo organismo regionale è un’ulteriore conferma delle specifiche dichiarazioni dello stesso Presidente OLIVERIO, che la nuova legge elettorale calabrese vedrà l’introduzione della doppia preferenza di genere, innovazione che proietterà la nostra Regione verso la realizzazione di una piena democrazia paritaria: le donne devono essere presenti in tutti i luoghi in cui si decide, per tutti e anche per loro.
I cittadini calabresi devono avere la possibilità di decidere chi votare, gli elettori hanno il diritto di poter votare, se lo si vuole, un uomo ed una donna, anche perché le donne calabresi non hanno mai chiesto le quote rosa, non hanno mai chiesto privilegi da riserva indiana, ma al contrario hanno sempre chiesto una competizione elettorale vera e propria.
Ho sempre creduto che una nuova Calabria è possibile ma sono anche pienamente convinta che per procedere al cambiamento non basterà aprire le porte dei luoghi della politica alle donne calabresi.
La Calabria ed i calabresi hanno bisogno innanzitutto di una politica che dia un contributo tangibile alla costruzione di una sicurezza economica concreta per i giovani e di una politica fatta di servizi per le famiglie, a cominciare dai servizi agli anziani, all’infanzia ed alla disabilità.
Una Regione con un forte investimento sociale può realizzare per i suoi cittadini migliori condizioni di benessere, consentendo, inoltre, alle donne dei suoi territori di lavorare fuori dalle mura domestiche, di conquistarsi autonomia, ma anche di produrre ricchezza e più in generale superare svantaggi e promuovere integrazione.
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