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Oggi è una grande giornata di mobilitazione contro la condizione di precarietà delle vite di tanti giovani.
La manifestazione “IL NOSTRO TEMPO E’ ADESSO: LA VITA NON ASPETTA” promossa da sindacati, movimenti, associazioni, che si sono uniti per denunciare l’ormai insostenibile situazione di precarietà in cui un’intera generazione è costretta a sopravvivere, rappresenta un’iniziativa di valore straordinario.
Finalmente un tema vero, un problema sociale, un dramma generazionale irrompe nel teatrino di una politica che da troppo tempo non si occupa più dei problemi reali del paese.
Sono molti i giovani che oggi esasperati dalla condizione precaria lavorativa, abitativa, economica in cui sono costretti a vivere, sentono la necessità di unirsi per rivendicare i propri diritti, esigere un Paese che investa sulla ricerca e sulle nuove generazioni, piuttosto che vedersi relegati ai margini del sistema produttivo.
Questa manifestazione serve per costringere questo Governo e questo Paese a confrontarsi con la precarietà del lavoro e di vita che rende l’esistenza di tante persone insostenibile, facendo sentire inutili intere generazioni.
La mobilitazione dei precari costituisce l`ennesima conferma di una situazione di disagio e di malessere crescenti. Siamo di fronte al totale fallimento delle politiche del governo Berlusconi che dimostra sempre più il suo vero volto classista, antipopolare e antimeridionalista.
Un governo forte con i deboli, con i migranti, con i nuovi poveri, con i precari, con i disoccupati e debole con le lobby degli affari, del petrolio, del nucleare, del cemento e della speculazione edilizia.
Il Sud e la Calabria stanno pagando un prezzo altissimo sull’altare delle politiche dei tagli e del federalismo che cancellano lo stato sociale e i diritti dei cittadini.
La disoccupazione giovanile è dilagante e raggiunge cifre da capogiro, la precarietà è diventata la regola per entrare nel mondo del lavoro, gli abusi, il lavoro nero e la mancanza di sicurezza sul lavoro non si contano più tanto sono diffusi.
Ai nostri giovani questo governo leghista nega persino la speranza del futuro. Risulta, infatti, scandaloso che centinaia di migliaia di ragazzi del Meridione, negli ultimi dieci anni, siano stati costretti ad abbandonare la loro terra per andare al Nord o addirittura all’estero per mancanza di sbocchi professionali.
Inoltre, basti vedere quello che sta accadendo nella scuola calabrese dove, dopo i drastici tagli degli anni passati, si annunciano nuove riduzioni e cancellazioni di posti di docenti e di personale ATA pari a circa 1.500 posti in meno per il prossimo anno scolastico solo per la nostra regione, con la conseguenza che molte persone che oggi hanno un incarico ne saranno privati a causa della politica di tagli messa in atto dalla Gelmini.
Bisogna porre fine a questo scempio che mortifica le persone e umilia le professionalità. Occorre cambiare musica e musicanti perché venga condotta una lotta vera contro ogni forma di precariato e flessibilità selvaggia del mondo del lavoro, sapendo che solo una svolta di questo tipo potrà favorire la ripresa del paese e del sud e potrà contribuire a dare più giustizia sociale e più solidarietà ad un’Italia che celebra il suo 150° anniversario proprio quando crescono sempre più il divario Nord-Sud e si moltiplicano gli squilibri e le disuguaglianze sociali e territoriali.
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