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“La bomba a Reggio Calabria ci porta ad esprimere la nostra piena solidarietà a tutti quei magistrati e alle forze dell’ordine, quelli sì protagonisti della lotta contro la criminalità organizzata, quelli sì che contrastano la criminalità organizzata spesso senza gli strumenti idonei, spesso senza che questo Governo supporti la loro azione. È vero, Ministro, lei ha dato i numeri questa mattina, ha detto quanti sono i beni sequestrati e ha detto quante sono le azioni che sono state svolte, non da lei ovviamente ma – lo ribadiamo – dai magistrati e dalle forze dell’ordine. Vi è un problema però: accanto a questo avete fatto delle norme come lo scudo fiscale, da un lato, che ha fatto rientrare dall’estero i soldi illecitamente realizzati dalla mafia e, dall’altro lato, la possibilità di vendere i beni confiscati. Ministro, non è soltanto mandando 121 nuovi agenti e forze dell’ordine in Calabria (ben vengano!) o sei magistrati in più (ben vengano!) che si risolve il problema; ma è anche delegittimando, così come avete fatto voi, non dando i mezzi alle forze dell’ordine e alla magistratura, e vanificando, come avete fatto voi, la loro azione (con lo scudo fiscale e la vendita dei beni confiscati) che si mette totalmente in discussione la lotta alla criminalità organizzata che stanno svolgendo magistratura e forze dell’ordine. Ministro, vada lei con gli amici della Lega ad acquistare i beni residuali dopo che non saranno stati richiesti, quando salendo le scale qualche mafioso la avvicinerà e le dirà che forse è meglio non richiederli. Vada lei, Ministro, non chieda agli altri di fare quello che ovviamente nessuno è in grado di fare: solo una legge poteva farlo e voi lo avete fatto! Vede, non sarà forse la vostra azione, l’azione di criminalizzazione di alcuni PM che lottano e lavorano con forza sul territorio che ha portato la mafia ad intervenire in questo modo, in maniera così plateale. Ministro, sembrano i giorni della morte di Falcone e della morte preannunziata di Borsellino: lo sapevano tutti e lo Stato non intervenne, morirono lo stesso. A me pare che in Calabria come anche in Italia il clima sia lo stesso. I fatti di Rosarno, Ministro, sono strettamente collegati. Lei dice che sono al vaglio della magistratura e delle forze competenti. Le leggo un articolo: «Due immigrati feriti a colpi di pistola, rivolta degli extracomunitari a Rosarno. Due lavoratori extracomunitari sono stati feriti a colpi di pistola a Rosarno, Reggio Calabria, in contrada Focolì, uno dei due è molto grave. Subito dopo, 350 stranieri impegnati in lavori agricoli nella zona si sono radunati per protestare perché convinti che i loro amici fossero morti». Ministro, non è la cronaca di questi giorni, è un articolo de la Repubblica del 12 dicembre del 2008, del 2008! Giusto un anno fa è accaduto esattamente lo stesso episodio e lei, Ministro, già nel 2008 era intervenuto ed aveva commissariato il comune di Rosarno: dopo l’arresto del sindaco di centrodestra, lei aveva messo a guidare il comune di Rosarno un commissario prefettizio, il prefetto Domenico Bagnato, un viceprefetto, Francesco Campolo, un dirigente, Rosario Fusaro. Ministro, le relazioni trimestrali che dovevano esserle rivolte le ha lette? Sono intervenute? Ministro, lei sa e lei sapeva, il Governo sa e il Governo sapeva, e non ha fatto niente. Non ha fatto niente così come niente hanno fatto le istituzioni che dovevano intervenire. Ciò ripugna, Ministro, noi vorremmo conoscere le relazioni che sono state fatte dal commissario: se non le hanno rappresentato la questione di Rosarno rimuova quei commissari oppure se lei sapeva, Ministro, è omissivo e questo noi dobbiamo denunziarlo con forza! Mi vergogno io anche della distinzione che voi fate tra negri del nord e negri del sud. Prima c’erano i meridionali, ora ci sono i negri del nord e del sud! Guardi, la popolazione è la stessa, i cittadini sono gli stessi ed hanno gli stessi diritti e gli stessi doveri. Ci vuole un Governo che li faccia rispettare, non ci vuole repressione, ci vuole prevenzione, Ministro. Le dico che a Pozzallo, ad Avola, a Castel Volturno, a San Nicola Varco, in provincia di Salerno ci sono le stesse situazioni”.
On. Ignazio Messina
Commissario Regionale IDV Calabria
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