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Sulla riduzione della scorta ad Angela Napoli, già componente della commissione parlamentare Antimafia, Dalila Nesci, giovane deputata tropeana del Movimento Cinque Stelle, ha coinvolto 29 suoi colleghi dello stesso gruppo parlamentare nella propria, recente interrogazione al presidente del Consiglio e al ministro dell’Interno. Ora i firmatari sono ben 30, tanti per non suscitare un grosso caso politico.
Lunedì 13 maggio Nesci aveva depositato l’atto di sindacato ispettivo, chiedendo al premier Enrico Letta e al titolare dell’Interno Angelino Alfano «di sapere quali siano le ragioni per cui all’onorevole Angela Napoli è stato recentemente assegnato un livello di protezione che non prevede l’auto blindata, l’agente di tutela e l’autista di servizio, nonostante recente minaccia pronunciata dal presunto boss Pantaleone Mancuso» dal carcere.
Altra richiesta, nel testo, è se i destinatari «non ritengano che non passi un messaggio di debolezza dello Stato e, addirittura, di palmare dissuasione del contrasto politico, istituzionale e culturale della ‘ndrangheta calabrese».
L’interrogazione di Nesci conclude: «Se i destinatari non ritengano opportuno potenziare la vigilanza e la tutela nei confronti dell’onorevole Napoli, anche per consentirle, nel rispetto della Costituzione, di partecipare alla vita democratica attraverso la rimozione di situazioni di potenziale incolumità, le quali ne ostacolerebbero la prosecuzione dell’attività politica».
La deputata Nesci sottolinea: «Il Movimento Cinque Stelle è unito con forza per tutelare un politico in seria lotta contro la ‘ndrangheta. Angela Napoli non è da sola e non lasceremo isolato chiunque si opponga al sistema criminale che sta distruggendo la Calabria».
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