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Da Presidente della Regione avverto come un dovere, ma ancora prima come un privilegio, parlare ai calabresi e, soprattutto, ascoltarli.
È questa infatti la condizione che meglio mi consente di dare piena attuazione al mio programma politico ed al mandato che ho ricevuto. Ci sono poi dei casi in cui la parola e l’ascolto, più che uno strumento politico, diventano un bisogno etico.
Essi ricorrono tutte le volte in cui donne e uomini della nostra terra, essendosi rivolti a strutture pubbliche regionali per il soddisfacimento di un diritto, hanno dovuto invece sperimentare la sua negazione, il dolore e, talora, la tragedia.
È questo il caso di Federica Monteleone e dei suoi familiari. Federica era una giovane donna che, per la soluzione di una patologia non particolarmente complessa, si era rivolta con fiducia alla sanità pubblica calabrese. Era diritto suo e dei suoi familiari attendersi un intervento efficiente e risolutivo che la restituisse rapidamente ed in perfetta salute alla sua vita. Così purtroppo non è stato. Un complesso di attività umane e di circostanze, che la magistratura ha considerato penalmente rilevanti e degne di sanzione, ha fatto sì che Federica non sia più tra noi.
Oggi i suoi familiari si rivolgono alle Istituzioni regionali chiedendo anche ad esse attenzione e giustizia. Ebbene, ho ascoltato la loro voce e desidero far sapere alla famiglia Monteleone ed a tutti i Calabresi che, in piena sintonia con il Commissario dell’ASP di Vibo Valentia, non mi fermerò fino a che ogni responsabilità non sia stata individuata e sanzionata secondo le corrette procedure di legge e sia definitivamente scongiurato il rischio che episodi simili si possano verificare nuovamente in futuro.
Desidero assicurare a tutti che la sanità continuerà ad essere un punto essenziale della mia azione politica fino a che il diritto alla salute dei calabresi varrà quanto quello di ogni altro cittadino italiano e la nostra rete sanitaria, partendo dalla valorizzazione e con l’aiuto delle buone professionalità esistenti, non sarà diventata un luogo sicuro, efficiente e di qualità.
Questo è il mio impegno e non mi sottrarrò ad esso.
Non potrei concludere questo intervento, che rendo pubblico perché intendo rivolgermi a tutti i Calabresi, senza prima avere chiesto scusa ai familiari di Federica e a tutti coloro che stanno soffrendo per analoghe vicende.
Sono il Presidente di tutti i Calabresi e mi spetta rappresentare tutte le Istituzioni regionali e di sentirmene responsabile se esse non funzionano. Mi spetta, però, dare anche un segnale di speranza: la buona politica è di nuovo in movimento ed intende percorrere la strada maestra dell’interesse dei cittadini.
Giuseppe Scopelliti
Presidente Regione Calabria
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