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Costruzione dell’alternativa al Partito della Nazione renziano fondata su una chiusura netta e forte all’estremismo lepeniste di Matteo Salvini; definizione degli organismi dirigenti; calendarizzazione degli appuntamenti sul territorio: questi i tre principali punti affrontati nel corso della Direzione nazionale di Italia Unica a Roma, la prima dopo che il movimento di Corrado Passera si è trasformato in partito il 31 gennaio scorso.
“Vogliamo cambiare l’Italia aggregando consensi e voti”, ha esordito Passera. Che poi ha fissato i paletti dell’azione politica: “Non ci interessa dare vita ad un partitino e sbaglia chi ci considera una forza politica elitaria. Vogliamo costruire la più grande aggregazione italiana e per riuscirci cerchiamo grandi consensi. La malattia di tener fuori chi non si identifica con te ha sempre portato inesorabilmente alla marginalità e all’irrilevanza. Non rinunceremo a severi criteri selettivi, però vogliamo unire milioni di italiani sotto lo stesso tetto”.
Quanto alla collocazione nel panorama politico, Passera ha ribadito di voler puntare sui valori “del popolarismo, del liberalismo e del riformismo” a trecentosessanta gradi: “Non siamo ideologici, ma rigettiamo la tesi per cui non importa di che colore è il gatto basta che acchiappi i topi, cioè i voti. Merito, solidarietà, responsabilità sono bussole per noi non negoziabili. Su di esse vogliamo costruire l’alternativa al renzismo e a tutti i populismi, da Grillo a Berlusconi e appunto Salvini, per dare una casa politica alla maggioranza degli italiani che oggi è silenziata. Non è solo Renzi che mira a realizzare il partito della Nazione. Al contrario, si tratta di una mala pianta che trova alimento in tanti settori. Non ci basta stare tra Renzi e Salvini.
Vogliamo andare a prendere consensi tra chi non vota e tra chi vota quei due perché non vede alternativa. Anche per questo, ci apprestiamo a rivolgere un appello a tutte le forze politiche perché blocchino Italicum e riforma Senato prima che sia troppo tardi. Il tutto – ha concluso – con l’obiettivo di costruire il massimo comun denominatore, che in matematica non esiste ma in politica si’, tra chi rifiuta la demagogia e la propaganda renziana, fungendo da collante per il mondo popolare, liberale e riformista. Fermo restando che non accetteremo alcuna federazione o fusione con gli attuali partiti”.
Nel corso dei lavori è intervenuto tra gli altri anche il coordinatore nazionale Lelio Alfonso: “Vogliamo realizzare un modo completamente nuovo di fare politica – ha detto – che parta dall’ascolto delle persone sul territorio mediante le nostre “Porte”, e metta in campo risposte concrete ai bisogni dei cittadini. Nessun altro partito fa così, e su questo intendiamo distinguerci”.
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