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Il Presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti – informa una nota dell’Ufficio stampa della Giunta – ha rilasciato al quotidiano “Il Giornale”, in edicola oggi, affrontando temi legati al quadro politico nazionale ed in particolare alla situazione interna al Pdl.
Secondo Scopelliti, intervistato dal giornalista Andrea Cuomo, “il sistema bipolare è fatto così: o si sta da una parte o dall’altra, senza commistioni. Chi ha vinto sposando un progetto deve rispondere a quel progetto. Il passato – ha aggiunto il governatore della Calabria – ce lo portiamo dentro, nessuno nega niente alla mia storia, come a quella dei Gasparri, dei La Russa, degli Alemanno, dei Fini. Eravamo gente che non aveva diritto alla parola, non aveva il diritto di esistere. Dobbiamo essere orgogliosi, ma la battaglia è di prospettiva. La partita oggi è la capacità di individuare i bisogni e di essere tempestivi rispetto ad essi. Chi è in grado di fare ciò diventa un punto di riferimento importante. In particolare con Berlusconi si è passati dalla logica delle parole alla cultura dei fatti”.
Scopelliti, sollecitato poi dal giornalista, ha anche commentato la polemica legata al presidente della Camera Gianfranco Fini e la nota casa di Montecarlo. “Non ho avuto la possibilità – ha dichiarato Scopelliti – di documentarmi sulla vicenda; io conoscevo Fini come persona rigorosa, attenta, lineare. Ma certo questa storia mi ha colpito”. Riferendosi, poi, all’iniziativa del Giornale di raccogliere le firme perché Fini lasci la presidenza della Camera, Scopelliti ha risposto che se “il Giornale” avesse fatto un appello, per dire: caro Fini, metti da parte i rancori personali e incontra Berlusconi, ne avreste raccolte un milione di adesioni”.
Sulla scelta di restare fedele al premier Berlusconi, Scopelliti ha precisato: “la decisione risale a quando ho aderito al Pdl, anche perché, oltre ad essere governatore della Calabria, sono anche coordinatore regionale del partito. La scelta di restare in un partito in cui credo profondamente è stata automatica nel momento in cui si è creato questo momento di conflitto. Il Pdl è la mia casa. C’è chi la spaccatura la vuole accentuare, c’è chi fa finta di volere ricucire. Io faccio una riflessione: nel centrodestra c’è un grande leader che si chiama Silvio Berlusconi, dopo di lui, Fini è un altro importante leader. Mentre nel centrosinistra c’è una carenza enorme di progetti, di programmi e di leadership. Lo sa cosa mi chiedo – aggiunge ancora Scopelliti – ma perché noi del Pdl non dovremmo governare per quindici anni? Lo dico perché credo che il Pdl abbia gli uomini, le idee, le risorse per governare a lungo questo Paese. I cittadini vogliono solo essere governati da un esecutivo stabile, forte, autorevole, come sono stati sempre i governi Berlusconi”.
Scopelliti, infine, ha concluso la sua intervista sulla sfida di governare una regione difficile come la Calabria: “Guardi, due anni fa – ha raccontato il presidente della Regione – quando Berlusconi mi incontrava, mi diceva: noi due dobbiamo parlare, tu hai un compito importante. E io rispondevo: presidente lasciami stare, la Calabria è troppo complessa. E ora eccomi qua a cercare di fare rivoluzioni come chiudere 18 ospedali. La Sanità rappresentava la Fiat del Mezzogiorno, se avevi un amico da sistemare lo mettevi nella Sanità. Capisce che interessi ci sono dietro? Se in Calabria c’è una classe dirigente forte, che agisce come un caterpillar, per le lobby affaristiche e per la ’ndrangheta diventa un problema. Quindi lo so che cercheranno di indebolirmi”.
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