Questo post é stato letto 32470 volte!
Il consigliere regionale De Gaetano lascia Rifondazione Comunista ed adduce, per questa sua scelta, motivazioni risibili. La verità è di una semplicità al limite della banalità: De Gaetano va via dal PRC per evitare l’umiliazione di essere cacciato! Egli non versa le quote dovute al Partito dal mese di settembre del 2009, quindi ben prima degli improbabili dubbi sulla linea politica, essendo peraltro recidivo in tale comportamento: già all’inizio della precedente legislatura non versò svariate mensilità, approfittando del vuoto di direzione politica del partito regionale. “Pizzicato” sul fatto dopo l’elezione degli organismi del partito nel congresso regionale del dicembre 2005, per non far scoppiare lo scandalo gli fu consentito l’appianamento del debito con un escamotage piuttosto contorto.
De Gaetano è stato segretario regionale della Calabria dall’ultimo congresso fino a novembre del 2010. Anche in questo caso, approfittando del fatto di essere controllore e controllato, ha pensato bene di non versare il dovuto. Per il debito dal settembre 2009 ad oggi è in corso a carico di De Gaetano un procedimento disciplinare presso il Collegio Nazionale di Garanzia del Partito. Considerato che la quota da versare ammonta a 3500 € al mese, De Gaetano si è intascato la modica cifra di 70.000,00 € che invece avrebbe dovuto versare al partito.
La lettera inviatagli dal segretario nazionale Paolo Ferrero nei giorni scorsi non era una privata lettera di cortesia. Si è trattato di un atto politico ben preciso: l’ultima possibilità concessa a De Gaetano per mettersi in regola. Dopo questa non ci sarebbe stata alternativa alla sua cacciata dal partito. Ha pensato bene di andarsene prima che ciò avvenisse.
Nell’affermare “…non vi è nessun contratto scritto che mi obbliga a versare alcunché a Rifondazione Comunista…” De Gaetano dice il falso sapendo di dirlo. Nessuno lo ha mai obbligato a prendere la tessera di Rifondazione Comunista. Egli ha liberamente aderito ad un partito che ha uno statuto nel quale è espressamente stabilito che gli iscritti eletti nelle istituzioni devono versare una quota della loro indennità di carica. Aderendo al partito non si sottoscrive un contratto civilistico, quanto piuttosto un contratto morale e politico. Gli elettori che lo hanno votato lo hanno fatto in quanto candidato di Rifondazione Comunista e quindi in virtù della sua adesione a questo partito ed alle sue regole. Venendo meno a quelle regole De Gaetano non ha truffato politicamente solo la comunità degli iscritti al PRC, ma tutti gli elettori che lo hanno votato. A meno che non sostenga egli stesso la natura diversa e “particolare” del suo elettorato, ma questo porterebbe ad altri ragionamenti che sicuramente non convengono neppure a lui.
Alla luce di questi fatti le sue affermazioni sulla fine del comunismo sono risibili ed appaiono come una madornale bugia dietro la quale nascondere la sua ingordigia di denaro, roba da far sembrare Scilipoti un “verginello”. Così come è una bugia che abbia pagato con soldi suoi le spese per le campagne elettorali in provincia di Reggio Calabria. Si possono fare nomi e cognomi dei compagni che hanno sostenuto di tasca propria le spese. E comunque la concezione della politica che fa passare per “favori” i diritti non rientra nella pratica dei comunisti.
Peraltro le critiche politiche di De Gaetano vengono da un pulpito poco abilitato. Della sua opposizione alla destra in consiglio regionale non se n’è accorto nessuno. L’organizzazione della federazione di Reggio Calabria del PRC l’ha trasformata nel suo comitato elettorale permanente, tant’è che la federazione non ha fisicamente locali da oltre un anno.
Andranno certamente con lui i dirigenti di partito a libro paga. A chi resta nel partito rimarrà anche l’onere della ricostruzione di un’immagine della militanza politica improntata all’onestà ed alla moralità.
Questo post é stato letto 32470 volte!