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La vice Presidente della giunta Regionale On.le Antonella Stasi, partecipando ad un congresso nazionale tenutosi a Crotone ha dichiarato quanto segue: se la Calabria riuscisse ad annullare il 50% della mobilità sanitaria passiva si potrebbero recuperare risorse per la costruzione di un nuovo ospedale ogni due anni.
Tale dichiarazione pone una accurata riflessione in merito al comparto sanità, eh si perché se le risorse che potrebbero essere recuperate ammontano al costo di un Ospedale ogni due anni la domanda nasce spontanea : il riordino della Sanità Calabrese mira a ridurre la mobilità passiva o si incrementa? Lo sapremo presto dai dati ufficiali che verranno fuori dopo il lavoro che l’attuale Giunta regionale sta mettendo in atto. Da quello che si evince e ascoltando i nostri corregionali pare che la nostra regione abbia optato per una riduzione matematica dell’offerta al fine di ridurre i costi, senza tenere conto che viviamo in una Nazione dove a nessuno è impedito di recarsi fuori regione per sottoporsi a cure o interventi che il nostro servizio sanitario regionale non riesce a gestire per una serie di motivazioni.
Quanto dichiarato dalla Vice Presidente della Giunta Regionale pone in evidenza come il riordino del comparto sanitario calabrese se non adeguatamente gestito con professionalità ed oculatezza possa solo far aumentare il dato dell’emigrazione sanitaria, a tal proposito sarebbe gradito comprendere che senso ha ridurre i posti letto e quindi privare l’utenza della possibilità di curarsi in regione e addossarsene il costo dell’emigrazione verso altre regioni? che al contrario adottano una politica di business della sanità.
Forse sarebbe stato meglio riorganizzare il sistema sanitario regionale per eccellenze e far confluire nelle strutture pubbliche o private accreditate tutti i casi specifici per patologia.
Come sarebbe stato opportuno nell’era dell’informatica istituire la cartella clinica elettronica consultabile da qualsiasi struttura sanitaria al fine di proporre un sistema di interazione delle varie strutture veicolando nelle stesse tutti i pazienti che necessitano di cure appropriate e specifiche, spesso e volentieri i nostri concittadini sono costretti a porre in essere la mobilità sanitaria proprio perché nemmeno sanno quali e dove siano ubicati i centri che possano rispondere alle proprie esigenze nel territorio calabrese.
Un sistema del genere consentirebbe inoltre di istituire un nucleo di valutazione tecnico-scientifica che possa adeguatamente vigilare sulla nostra offerta sanitaria.
Vorrei rilanciare ancora una volta la proposta alla Giunta Calabrese di candidarsi quale polo sanitario del mediterraneo richiamando l’incontro del Premier Monti con il Rappresentante Libico il quale nei mesi scorsi si è reso disponibile a pagare le cure dei propri connazionali.
La nostra Regione ha innumerevoli potenzialità da sfruttare e mettere in atto sta a noi saper cogliere le occasione e fare dei nostri attuali punti di debolezza la forza per far rinascere la Calabria.
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